L'allarme dell'Onu: "carenza d'acqua per metà della popolazione mondiale entro il 2050"
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L'allarme dell'Onu: "carenza d'acqua per metà della popolazione mondiale entro il 2050"

Tra le cause il cambiamento climatico, l'aumento della domanda di risorse idriche e l'inquinamento

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19 Marzo 2018 - 16.06


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La carenza d’acqua potrebbe interessare, per almeno un mese all’anno, circa 5 miliardi di persone entro il 2050, ossia circa la metà della popolazione mondiale stimata per quella data.
E’ quanto afferma l’Onu, nel rapporto sulle acque mondiali presentato a Brasilia in vista della Giornata mondiale dell’acqua del 22 marzo. Tra le cause della carenza d’acqua vengono indicati il cambiamento climatico, l’aumento della domanda di risorse idriche e l’inquinamento.
Secondo le Nazioni unite, a metà secolo saranno due miliardi in più le persone che vivono in aree in cui l’acqua risulterà scarsa. Un altro studio anticipa invece al 2030 l’avvento “dell’anno catastrofico”, individuando nella dissalazione di acqua di mare una valida soluzione al problema. Bisognerà però assicurarsi che gli impianti e i processi siano realizzati nel rispetto degli ecosistemi naturali.
Impressionanti i numeri. Il rapporto dell’Onu rileva infatti che nel 2050 tra 4,8 e 5,7 miliardi di persone potrebbero fronteggiare la carenza di risorse idriche, a fronte dei 3,6 miliardi attuali. Nello stesso periodo la popolazione mondiale dovrebbe passare dai 7,7 miliardi attuali a 9,4-10,2 miliardi.
Sull’acqua si giocheranno veri e propri conflitti. Ad oggi sul pianeta si consumano 4.600 chilometri cubi d’acqua l’anno, di cui 70% per l’agricoltura, 20% per l’industria e 10% per le famiglie. La domanda globale d’acqua, si legge ancora nel rapporto delle Nazioni unite, è sestuplicata negli ultimi 100 anni e continua a crescere al ritmo dell’1% l’anno. Fra 30 anni quindi il mondo potrebbe aver bisogno del 30% d’acqua in più rispetto a oggi. Un tale aumento della domanda, avvertono gli esperti, “potrebbe innescare conflitti”.
Qualcosa si può comunque fare a partire dal ridurre lo stress idrico per fiumi, laghi e falde acquifere. Le soluzioni spaziano dalla conservazione delle zone umide all’aumento degli spazi verdi urbani. Fondamentali sono soprattutto le pratiche agricole, come l’uso delle acque piovane, e la rotazione delle colture.

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