La caccia è sempre meno sopportata. E l’uccisione di animali al solo scopo di divertimento è inaccettabile.
Anche se ci sono persone o agenzie che pensano il contrario
La pioggia di critiche ricevute ha fatto chiudere la pagina Facebook di Legelela Safaris, agenzia specializzata in safari in cui i turisti si trasformano in cacciatori. Ha fatto infatti il giro del mondo la foto pubblicata nelle scorse ore sulla pagina social in cui una coppia canadese si bacia vicino a un leone morto, in Sudafrica.
In particolare è nel Regno Unito che è montata la polemica, dopo che il Mirror (fondatore del movimento “End Trophy Hunting”) ha riproposto lo scatto. Il giornale supporta infatti la campagna “Ban Trophy Hunting”.
Il suo fondatore, Edoardo Goncalves, crede che questi animali siano cresciuti o addomesticati al solo scopo di essere le vittime della caccia dei clienti dell’agenzia, che poi scattano e pubblicano i loro selfie accompagnati dai complimenti del tour operator: «Non c’è niente come cacciare il re della giungla nelle sabbie del Kalahari. Complimenti ai cacciatori e alla squadra».
Non solo leoni, l’agenzia propone per 1500/2500 euro la possibilità di “cacciare” giraffe, zebre, rinoceronti, elefanti e molto altro ancora.
E sempre nel Regno Unito la polemica è giunta sui tavoli della politica: il segretario all’ambiente, Michael Gove, ha comunicato di voler vietare ai cacciatori di riportare i proprio trofei in Inghilterra. La campagna chiede che vengano approvate leggi internazionali in tal senso e vengano protetti maggiormente gli animali.