Duecento renne sono state trovate morte sulle isole Svalbard, in Norvegia, una moria generale spiegabile con la carenza di cibo generata dai cambiamenti climatici. A sostenerlo è l’Istituto polare norvegese che ha inviato tre ricercatori per i rilevamenti cartografici annuali nelle isole a circa 1200 km dal Polo Nord: sono stati loro a trovare i cadaveri delle renne.
Il riscaldamento globale, ha spiegato Åshild Ønvik Pedersen – capo del progetto – è due volte più rapido a quelle latitudini: nell’Artico esso causa piogge molto più frequenti, che vanno poi a formare uno strato di ghiaccio che impedisce la crescita dei licheni, principale cibo delle renne.
Si tratta della peggior moria di renne registrata negli ultimi 40 anni. Il poco cibo, tra l’altro, genera anche violenza tra gli animali, numerosi in Norvegia, che si ritrovano a competere per nutrirsi.
Il riscaldamento globale ha ucciso 200 renne nelle isole Svalbard
Nell'Artico le frequenti piogge dovute al cambiamento climatico hanno alimentato uno strato di ghiaccio che impedisce la crescita dei licheni, cibo delle renne
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29 Luglio 2019 - 16.31
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