Jair Bolsonaro è al governo da soli sette mesi e la Foresta Amazzonica ha perso 3.444 chilometri quadrati di alberi: la riduzione delle sanzioni promessa dal presidente estremista di destra brasiliano stanno dando i suoi frutti, marci come previsto. A giugno, la quantità di superficie disboscata è aumentata dell’88% rispetto all’anno scorso.
Bolsonaro minimizza e parla di ‘psicosi ambientalista’: durante la sua campagna elettorale, aveva promesso che avrebbe ridotto le sanzioni (aveva anche detto che avrebbe eliminato il Ministero dell’Agricoltura, salvo poi ritrattare) sul disboscamento, sostenendo che impedivano la crescita economica del Brasile e ai paesi che protestavano ha risposto che “L’Amazzonia è nostra, non vostra”.
Non è così, ovviamente: la Foresta Amazzonica si trova in Brasile solo per ragioni di confini geopolitici, ma è un patrimonio indispensabile per la vita di tutti gli esseri umani. Rappresenta infatti il più grande ‘polmone verde’ sulla Terra ed è indispensabile per bilanciare gli effetti dei cambiamenti climatici.
In sette mesi Bolsonaro ha disboscato oltre 3000 chilometri quadrati di Amazzonia
È quasi l'88% in più rispetto a un anno fa: è una situazione gravissima che sembra senza soluzione
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29 Luglio 2019 - 16.42
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