Ha avvelenato i pozzi facendo un grandissimo danno ambientale: l’amministrazione Trump ha annunciato giovedì che metterà all’asta i diritti di perforazione nell’Arctic National Wildlife Refuge, un’area protetta dell’Alaska tra poco più di un mese, prima che il presidente eletto Joe Biden si insedi.
La vendita, che è ora fissata per il 6 gennaio, potrebbe coronare un’aspra battaglia decennale sull’opportunità di perforare una distesa costiera di 19 milioni di acri che ospita tribù native, caribù, orsi polari e altri animali selvatici.
L’amministrazione Trump è di tutt’altro parere e considera prioritario aprire il territorio allo sviluppo. Un Congresso a guida repubblicana ha approvato una legislazione che ha aperto la pianura costiera allo sviluppo petrolifero nel 2017. Ha richiesto due contratti di locazione entro sette anni, di cui il primo non oltre la fine del 2021.
Gli esperti del settore energetico esaminando gli aspetti economici della perforazione petrolifera nel territorio hanno scoperto che i costi di estrazione sarebbero di 100 dollari al barile, quando il prezzo attuale del greggio è inferiore ai 50 dollari e questo sarebbe in partenza un investimento in perdita. La scelta dell’amministrazione Trump attirerà sfide giudiziarie da parte degli oppositori.
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