Una battaglia per la natura quella portata avanti dal partito ambientalista per le elezioni in Groenlandia.
Era dal 1979 che il partito socialdemocratico Siumut non perdeva la maggioranza in Parlamento.
A vincere le elezioni in Groenlandia è stato Inuit Ataquatigiit, partito di sinistra e ambientalista che si è opposto con forza all’immenso progetto minerario Kvanefjeld, secondo maggiore deposito di terre rare, sesto al mondo di uranio, uno dei più importanti siti minerari al mondo, che ha causato la crisi politica di febbraio e le conseguenti elezioni anticipate.
A Kvanefjeld l’australiana Greenland Minerals, sostenuta dal gruppo cinese Shenghe, ha ottenuto una licenza di esplorazione, ma gli ambientalisti si sono opposti temendo che le estrazioni su larga scala possano danneggiare l’ecosistema groenlandese.
Siumut si era espresso a favore, Inuit Ataquatigiit contro: ora è da capire il futuro di uno dei più importanti progetti minerari al mondo.
Inuit Ataqatigiit (Ia) ha ottenuto il 37% dei consensi, mentre Siumut si è fermato al 29%. A ottenere l’incarico per la formazione di un governo sarà quindi il leader di IA Mute Egede, 34 anni.
Il suo partito ha una forte matrice ambientalista e la campagna elettorale è stata dominata dal “No” alla miniera.
La popolazione groenlandese è divisa sul progetto, perché da un lato lo sfruttamento delle risorse del sottosuolo consentirebbe di accelerare il processo di indipendenza economica dell’isola verde – che gode di autonomia ma è territorio danese, dall’altro il timore è la contaminazione ambientale di un territorio già fortemente influenzato dal cambiamento climatico.