Biden cerca di far ragionare sul clima il nemico della scienza Bolsonaro
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Biden cerca di far ragionare sul clima il nemico della scienza Bolsonaro

L'inviato speciale di Biden per il Clima, John Kerry, è intenzionato a trovare un accordo con il presidente brasiliano per salvare l'Amazzonia

Salles e Bolsonaro
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8 Maggio 2021 - 17.02


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In un Brasile devastato dal Covid, anche gli incendi stanno colpendo duramente il paese. E se c’è un responsabile di tutto questo, Bolsonaro è il primo che deve pagare.

Gli stati Uniti vogliono intervenire per raggiungere una difficile missione: far ragionare il fascista no-vax antiambiente per farlo intervenire.

Nel suo impegno a guidare lo sforzo internazionale nella lotta ai cambiamenti climatici, Joe Biden si trova nella situazione di dover negoziare un accordo con Jair Bolsonaro, accusato dagli ambientalisti di tutto il mondo di essere il responsabile ultimo degli incendi che stanno devastando l’Amazzonia.

Ma proprio per il fatto che il Brasile controlla il 60% della foresta tropicale che può assorbire il 5% delle emissioni globali annuali di diossido di carbonio, l’inviato speciale di Biden per il Clima, John Kerry è intenzionato a trovare un accordo con il ‘Trump dei tropici” per salvare l’Amazzonia.

Intervistato da Politico, il ministro brasiliano dell’Ambiente, Ricardo Salles, attacca quelli che, sostiene, stanno cercando di far deragliare i colloqui tra Washington e Brasilia.

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“La narrativa è completamente sbagliata, dicono che non avremo un dialogo ma ci sono tutte le condizioni per avere qualcosa di positivo” afferma attaccando gli oppositori che dicono agli americani, parlando di Bolsonaro, “non fidatevi di lui, non parlate con lui, ma con chi dovrebbero parlare, noi siamo il governo”.

Dalla squadra di Kerry si conferma che l’urgenza della crisi climatica impone di dialogare con chi è al governo ora al Brasile, senza aspettare un eventuale cambio di governo con le elezioni del prossimo anno. “Il rischio costituito dal non fare nulla lasciando che la foresta sparisca è superiore di quello costituito da un negoziato” con Bolsonaro, affermano i collaboratori dell’ex segretario di Stato. “In poche parole, non possiamo permetterci di aspettare che arrivi il prossimo leader”, concludono.

Il negoziato non si prospetta comunque facile, anche perché Bolsonaro, che da quando è alla guida del governo di estrema destra ha sempre sostenuto i proprietari terrieri che disboscano l’Amazzonia, ha già mostrato come forse potrebbero essere solo i soldi a smuoverlo.

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Senza contare che, sempre in linea con il suo ispiratore Trump, ha sempre assunto posizioni scettiche sull’allarme per i cambiamenti climatici.

Il presidente brasiliano ha già avanzato una richiesta subito bocciata da Washington, quella di un pagamento annuo da parte degli Usa di un miliardo di dollari in cambio dell’impegno del Brasile a fermare la deforestazione.

I colloqui tra le due squadre di negoziatori continuano e la squadra di Kerry e del ministro Salles parlano almeno una volta alla settimana, concentrandosi su progetti per promuovere sviluppo economico sostenibile in Amazzonia.

E anche la possibilità che il Brasile, e le altre nazioni amazzoniche, vendano i propri carbon credit a società petrolifere ed altre società per bilanciare le loro emissioni.

 

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