L'attacco di Europa Verde "L'Italia va a fuoco, cosa fa Cingolani?"
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L'attacco di Europa Verde "L'Italia va a fuoco, cosa fa Cingolani?"

Gli ambientalisti: "Tra interessi criminali e il silenzio assordante del Ministro alla Transizione ecologica Cingolani fino a oggi l'Italia ha perso circa 80.000 ettari di boschi"

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3 Agosto 2021 - 13.03


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“In un giorno, quello di ieri, il fuoco ha spazzato via 9.500 ettari di boschi e foreste solo in Italia che guadagna così un colore rosso intenso sulla mappa dell’European Forest Fire Information System (Effis) che fornisce alla Commissione e al Parlamento europei dati giornalieri sugli incendi boschivi nell’Unione. Bruciano Sicilia, Sardegna, Calabria, Puglia, Basilicata, poi anche Abruzzo e Molise. Tra interessi criminali, leggi targate Renzi che hanno soppresso il Corpo Forestale dello Stato, tra il silenzio assordante del Ministro alla Transizione ecologica Cingolani, una flotta di canadair data in appalto ai privati con costi stellari, fino a oggi l’Italia ha perso circa 80.000 ettari di boschi, di biodiversità, di ossigeno, con un costo che, secondo la Coldiretti, si aggira intorno ai 3 miliardi di euro”.
Così, in una nota, i co-portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli e Eleonora Evi, che spiegano: “Sono passati vent’anni da quando una legge, fortemente voluta dai Verdi, ha introdotto nel codice civile il reato di incendio boschivo, eppure non si è fatto nulla per aumentare le iniziative di prevenzione e rafforzare il controllo del territorio, ma, al contrario, con la riforma Madia, si è pensato di cancellare e militarizzare il Corpo Forestale dello Stato, lasciando che si perdesse un patrimonio prezioso di esperienze e capacità. Il responsabile ha un nome e un cognome e noi non possiamo fare a meno di chiederci cosa stia facendo adesso, dalla sua poltrona al Senato, Matteo Renzi! E il Ministro Cingolani cosa fa? Si tratta dell’ennesima emergenza che il Ministro tratta con noncuranza”.
“L’attività di prevenzione del rischio incendi boschivi – hanno proseguito, – è fondamentale al fine di tutelare l’incolumità delle persone e per evitare che il nostro patrimonio ambientale venga distrutto, a maggior ragione con una crisi climatica che è causa di danni incalcolabili ai territori e al settore agricolo lungo tutta la Penisola. Dovrebbe saperlo bene la Regione Sicilia che, con il suo 70% di territorio a rischio desertificazione, ha enormi responsabilità. Ebbene, questa Regione impiega a tempo indeterminato appena 803 forestali. Poi ci sono i 22mila precari dipendenti dell’Assessorato all’Agricoltura e gli 8mila dipendenti dell’Assessorato al Territorio: lavorano 6 mesi l’anno e da giugno a dicembre guadagnano 1.200 euro al mese pagati dalla Regione, mentre negli altri sei mesi sono a carico dell’Inps. Una situazione intollerabile, – concludono Bonelli ed Evi, – che deve essere risolta quanto prima”.

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