I giovani d’oggi sono l’ultima generazione che può salvare la terra. A loro il compito di creare un vero sistema di interconnessione tra umanità e natura.
Nelle parole del papa si avverte tutta quell’urgenza che l’umanità comincia a percepire ma della quale si tarda a prendere davvero atto, nei comportamenti e nelle scelte. “A voi giovani rinnovo il compito di mettere la fraternità al centro dell’economia” di dimostrare, “guidati dall’amore del Vangelo”, che “una economia diversa esiste”, e che può essere “più giusta, sostenibile e solidale, cioè più comune”.
Francesco si è rivolto così ai giovani imprenditori ed economisti protagonisti del secondo evento mondiale di “Economy of Francesco”, nel pomeriggio di oggi, in diretta streaming da Assisi e in collegamento con 40 città del pianeta. Non ci sono scorciatoie, ha detto a braccio ripetendosi due volte: bisogna sporcarsi le mani, cioè coinvolgersi, agire, creare invece che “gli altri” un nuovo e grande “noi”.
Francesco ha ringraziato tutti i partecipanti per il contributo alla costruzione di un’economia che abbia un’anima. Divenuta ancor più urgente dopo la pandemia che “ci ha rivelato le profonde disuguaglianze che infettano le nostre società: le ha anche amplificate”. Non ci si può dimenticare “ che alcuni pochi hanno approfittato della pandemia per arricchirsi e chiudersi nella propria realtà. Tutte queste sofferenze ricadono in maniera sproporzionata sui nostri fratelli e sorelle più poveri”.
Tutto questo non poteva che indurlo a richiamare gli evidenti “fallimenti nella cura della casa e della famiglia comune”, a riprova del fatto che la solidarietà è un’unica opzione bidirezionale, quella tra gli uomini e quella “di reciprocità responsabile tra noi e la natura”. Francesco ha ricordato che l’uomo non è padrone della creazione, ma ne è il custode, chiudendo così nuovamente e fragorosamente le porte in faccia alle teologie e ideologie dominazioniste.
“La pandemia ci ha ricordato questo profondo legame di reciprocità; ci ricorda che siamo stati chiamati a custodire i beni che il creato regala a tutti; ci ricorda il nostro dovere di lavorare e distribuire questi beni in modo che nessuno venga escluso. Finalmente ci ricorda anche che, immersi in un mare comune, dobbiamo accogliere l’esigenza di una nuova fraternità”.
Ecco i motivi che lo hanno indotto a ripetere che da una crisi non si esce mai come si era prima: da una crisi si esce migliori o peggiori. A noi la scelta. Rimanere sul tracciato consumista impedirebbe la consapevolezza della nostra responsabilità verso l’umanità e la casa comune.
“Per questo dobbiamo cercare nuove vie per rigenerare l’economia nell’epoca post-Covid-19 in modo che questa sia più giusta, sostenibile e solidale, cioè più comune.” Il monito di Francesco ai giovani è chiarissimo: questa è l’ultima generazione che può salvare la terra. “Oggi la nostra Madre Terra geme e ci avverte che ci stiamo avvicinando a soglie pericolose”. E voi, ha detto ai giovani, “siete forse l’ultima generazione che ci può salvare: non esagero”. Servono “la vostra creatività e la vostra resilienza” per “sistemare gli errori del passato e dirigerci verso una nuova economia più solidale, sostenibile ed inclusiva”.