I Paesi del G20 restano “impegnati sull’accordo di Parigi per mantenere l’aumento della temperatura globale sotto i 2 gradi e di proseguire gli sforzi per limitarlo a 1,5 gradi”. Lo prevede il documento finale del vertice di Roma, in cui i leader riconoscono che “gli impatti del cambiamento climatico a 1,5 gradi sono molto inferiori rispetto ai 2 gradi. Mantenere l’obiettivo di 1,5 gradi a portata di mano richiederà azioni significative ed efficaci e l’impegno da parte di tutti i Paesi”.
Taglio emissioni, “terremo conto delle realtà nazionali”
“Ci impegniamo a ridurre significativamente le nostre emissioni collettive di gas serra, tenendo conto delle circostanze nazionali e rispettando i nostri Ndc (gli impegni presi da ogni Paese)”. E’ quanto si legge nel comunicato finale del G20, che prosegue: “Riconosciamo che le emissioni di metano rappresentano un contributo significativo al cambiamento climatico e riconosciamo, in base alle circostanze nazionali, che la sua riduzione può essere uno dei modi più rapidi, fattibili ed economici per limitarlo”. Inoltre “aumenteremo gli sforzi per eliminare gradualmente e razionalizzare, a medio termine, i sussidi ai combustibili fossili inefficienti”.
La trattativa
L’intesa è davvero lontana: è proseguito tutta la notte e non sarebbe ancora chiuso il negoziato degli sherpa del G20 sul documento finale del Summit.
Si cerca una difficile intesa sugli impegni da assumere per il clima, primo tra tutti la deadline del 2050 per le emissioni zero, che alcuni Paesi come i colossi Cina e India si rifiuterebbero di sottoscrivere.
Si starebbe anche lavorando per un accordo al rialzo almeno sul fronte dei fondi destinati ai Paesi in via di sviluppo. Ad oggi è previsto un impegno da 100 miliardi ancora da completare ma si punterebbe ad ampliare la cifra e indicare una scadenza ravvicinata per chiudere l’erogazione.
Gli sherpa sono tuttora riuniti nella sala dei negoziati alla Nuvola di Fuksas dove sono rimasti al lavoro l’intera notte, con una breve pausa mattutina.