Parole accorate.
“Non si può non ascoltare la voce disperata dei giovani del mondo, che ci vedono come coloro che hanno in mano il loro futuro”: lo ha detto oggi Carlo, principe di Galles, nel corso di un side event del G20 in corso a Roma, dal titolo ‘The role of the private sector in the fight against climate change’, ovvero “il ruolo del settore privato nella lotta contro il cambiamento climatico”.
L’appello arriva mentre a Glasgow, in Scozia, si apre la 26esima Conferenza della Nazioni Unite sul clima (Cop26).
Carlo, erede al trono della regina Elisabetta II, ha detto che “in anni di attività di sensibilizzazione e consapevolezza rispetto ai rischi di una crisi ambientale ho deciso principalmente di ascoltare gli altri, perchè è la cosa più importante”. Tra le voci ascoltate al Principe, anche quelle “dei leader dei Paesi del Commonvwealth, le cui comunità sono le più vulnerabili rispetto al cambiamento climatico in assoluto”.
Fondamentali anche “gli attori del settore privato” ha evidenziato poi l’esponente della famiglia reale britannica.
“Oltre 3mila amministratori delegati di tutti i comparti, compresi i servizi finanziari, detengono in asset ben oltre 60 trilioni di dollari”, ha detto il principe. “Questi dirigenti si sono dimostrati molto sensibili sia alle opinioni dei consumatori, sia a quelle dei loro azionisti: entrambi chiedono un cambio di politica rispetto al clima“.