Le parole pronunciate da Greta Thunberg e ripetute in coro da decine di giovani ambientalisti riuniti nel Festival Park di Glasgow, accendono i motori della protesta. La sfida lanciata oltre il fiume Clyde ai grandi della Terra che hanno inaugurato la conferenza Onu sul clima non ammette replica. “I veri leader non sono là dentro, i veri leader siamo noi”, ha gridato l’ecologista svedese puntando il dito contro l’inerzia attribuita ai potenti sull’emergenza ambiente per essere acclamata più volte dai tanti teenager intorno che, come lei ha dichiarato, non si fidano di altre finte promesse. “All’interno della Cop ci sono solo politici e persone al potere che fingono di prendere sul serio il nostro futuro, fingono di prendere sul serio la presenza delle persone colpite già dalla crisi climatica. Ma il cambiamento non arriverà da lì dentro. Quella non è leadership, questa è leadership”.
Eppure l’organizzazione britannica del summit, col premier Boris Johnson in testa, aveva cercato in qualche modo di ‘cooptare’ la voce dei manifestanti.
Alcune istanze della ‘base’ ambientalista sono arrivate dritte sul podio e lo hanno fatto coi diversi attivisti invitati a parlare davanti alla platea del World Leaders Summit. Giovani delle isole Samoa, del Kenya, dall’Amazzonia hanno denunciato quello che sta accadendo nelle loro realtà: popoli che rischiano di sprofondare nel mare e altri di morire di fame e sete per carestie e siccità generate dal surriscaldamento globale. I leader hanno cercato di evitare una risposta paternalistica e tentato di usare il linguaggio degli attivisti. Johnson, rifacendosi alle parole che Greta aveva affermato di recente e ripetuto oggi, ha sottolineato che è già stato fatto troppo “bla bla bla” sul fronte della lotta al cambiamento climatico. La stessa attivista svedese, che aveva detto di non essere stata invitata ufficialmente alla conferenza Onu, prima di scendere per le strade di Glasgow aveva trovato posto all’interno della Cop26 pur non prendendo parte ai lavori ma come ospite della leader scozzese Nicola Sturgeon, con cui ha avuto una chiacchierata molto franca.
“Le voci dei giovani devono essere ascoltate in modo forte e chiaro alla Cop26″, ha affermato la First Minister sul suo profilo Twitter. Questo nonostante in passato l’attivista svedese fosse stata piuttosto critica nei confronti della Scozia, affermando che non può dirsi leader nel contrasto del cambiamento climatico, come invece aveva fatto il governo di Edimburgo. Oltre a Greta e ai suoi sostenitori, altre decine di manifestanti hanno protestato nella giornata a Glasgow, sempre tenendosi a distanza dalla ‘zona rossa’ creata a nord del fiume Clyde. Ha iniziato a suonare nel centro della città scozzese una banda di attivisti-musicisti che indossano le maschere dei principali leader mondiali: si chiamano ‘Cop 26 Hot Air Band’, il gruppo contro il surriscaldamento globale che sfrutta oltre agli strumenti anche un gioco di parole per attirare l’attenzione, in quanto ‘hot air’ vuol dire ‘aria fritta’ in inglese colloquiale, quella che secondo i manifestanti viene messa in circolo dalle promesse dei potenti non mantenute. Ed a Glasgow è spuntato anche il dinosauro simbolo degli animalisti del gruppo Peta, che si fanno vedere ovunque nel mondo alle calcagna del presidente degli Usa, per denunciare la sperimentazione sugli animali vivi.
La presenza di attivisti è destinata ad aumentare nel secondo giorno di presenza dei leader mondiali, e nei prossimi con eventi di mobilitazione sempre più importanti.
Greta guida la protesta: "La Cop26 resta un bla bla bla. I veri leader siamo noi"
La giovane attivista svedese: "Fingono di prendere sul serio il nostro futuro". E poi ha proseguito: “Le voci dei giovani devono essere ascoltate in modo forte e chiaro alla Cop26″
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2 Novembre 2021 - 13.33
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