Addio a piattini e posate vecchio stile e ai cotton fioc: insomma, stop alla plastica monouso in Italia da venerdì 14 gennaio. Il divieto riguarderà oggetti non compostabili e non biodegradabili. Questo, però, non significa che da subito non troveremo più questi prodotti nei negozi. Esercenti e produttori potranno infatti usare le scorte esistenti fino a esaurimento.
Il 14 gennaio entra in vigore il decreto legislativo 196/2021, che recepisce la direttiva europea “Sup”, Single Use Plastic, del 2019. Nel dettaglio, viene vietata l’immissione sul mercato di posate, piatti, cannucce e altri prodotti anche “oxo-degradabili” (ovvero le materie plastiche contenenti additivi che attraverso l’ossidazione comportano la frammentazione della materia plastica in microframmenti), i bastoncini cotonati (cotton fioc), agitatori per bevande, aste da attaccare a sostegno dei palloncini, alcuni specifici contenitori per alimenti in polistirene espanso, contenitori e tazze per bevande in polistirene espanso e relativi tappi e coperchi.
Il decreto, emanato “con l’intento di promuovere la transizione verso un’economia circolare con modelli imprenditoriali, prodotti e materiali innovativi e sostenibili”, punta a “produrre entro il 2026 una riduzione quantificabile del consumo dei prodotti di plastica monouso”, come si legge nell’articolo 4. Per i trasgressori sono previste sostanziose multe, da 2.500 a 25mila euro. Possono arrivare anche fino a 50mila euro se l’immissione contestata coinvolge un quantitativo di prodotti del valore superiore al 10% del fatturato dell’azienda. Ma, come detto, è prevista una deroga per chi può dimostrare l’immissione sul mercato di questi prodotti prima dell’entrata in vigore della nuova normativa.
Ci saranno anche agevolazioni per le aziende che utilizzeranno oggetti riutilizzabili, compostabili o biodegradabili. A loro sarà infatti riconosciuto un credito d’imposta nel limite massimo complessivo di 3 milioni di euro ogni anno dal 2022 al 2024. Sono previste inoltre campagne di sensibilizzazione sui “vantaggi ambientali ed economici delle alternative basate su prodotti riutilizzabili”.