La macchina che dovrebbe portare alla costruzione del ponte sullo Stretto di Messina è in fase di avvio: la società è stata costituita, il gruppo di costruzione è stato individuato e i fondi (circa 15 miliardi) dovrebbero essere stanziati dalla prossima manovra economica. L’obiettivo è posare la prima pietra già l’anno prossimo. Tuttavia, il comitato scientifico, fresco di nomina, ha già sollevato polemiche sia in Sicilia, tra le associazioni di cittadini contrari al ponte, sia a Roma, dove la politica inizia a mostrare qualche perplessità.
Il casus belli questa volta è per i nomi del comitato che dovrebbe essere non di parte ma valutare scientificamente pro e contro dell’opera. Ma è proprio questo il problema: al vertice del comitato c’è un negazionista del cambiamento climatico, dicono i suoi detrattori: si tratta di Alberto Prestininzi, ordinario di Ingegneria della Terra presso l’Università di Roma La Sapienza”, con specializzazione in geologia. E questo suscita non poche perplessità e polemiche rivolte all’indirizzo del vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, principale sponsor del collegamento tra Sicilia e Calabria.
I primi dubbi arrivano proprio da Messina. Il coordinamento «Invece del ponte – cittadini per lo sviluppo sostenibile dell’area dello Stretto» scrivono: «Con l’assenso di Schifani per la Regione Siciliana e Occhiuto per la Regione Calabria, è stato nominato dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti l’organismo indipendente cui sono demandati compiti di supporto e consulenza per il progetto del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria. A coordinarlo è stato chiamato Alberto Prestininzi, ordinario di Ingegneria della Terra presso l’Università di Roma La Sapienza, ma noto soprattutto per essere il leader dei negazionisti climatici italiani». «Per intenderci, – si spiega – quel tizio che dichiara senza mezzi termini che `Il pianeta non è mai stato così bene´. Il ministro Salvini probabilmente lo ripaga per la vicinanza politica e il loro comune sentire». Insomma «l’ennesimo insulto di una nomina insensata».
Ma attacca anche il co-portavoce di Europa Verde e deputato di AVS Angelo Bonelli «Questa nomina del comitato scientifico solleva dubbi e preoccupazione per le modalità con cui si vorrebbe realizzare un’opera per noi inutile che costerà oltre 15 miliardi di euro agli italiani un vero pozzo senza fondo. L’approccio scientifico deve essere basato su dati, evidenze e consensi internazionali, non su opinioni personali che negano la realtà dei cambiamenti climatici», dice riferendosi a Prestininzi. Dunque «Presenterò un’interrogazione parlamentare» anche «riguardo alla scelta di un coordinatore con posizioni scientifiche discutibili».
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