Il mistero degli elicotteri Usa abbattuti
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Il mistero degli elicotteri Usa abbattuti

Due elicotteri Usa sarebbero stati abbattuti e 32 marines uccisi: secondo i servizi segreti russi i responsabili sarebbero stati ancora una volta i jet turchi.

Il mistero degli elicotteri Usa abbattuti
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25 Gennaio 2016 - 11.45


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I servizi segreti russi sostengono che l’’esercito turco ha abbattuto per errore due elicotteri americani uccidendo 12 marines, e che l‘incidente è stato tenuto segreto per non compromettere le relazioni già molto delicate fra Washington ed Ankara. Secondo fondi dell’ “intelligence”, aerei da guerra turchi avrebbero aperto il fuoco su due elicotteri “US CH-53 Sea Stallion” che stavano sorvolando i territori curdi in Siria.

I due velivoli da trasporto truppe si stavano trasferendo dalla base aerea irachena di Ayn al Asas base aerea in Iraq, in una missione di routine che aveva lo scopo di di consegnare delle attrezzature ai soldati americani e inglesi che affiancano le forze dei gruppi curdi YPG e si battono contro i terroristi ISIS vicino al confine turco.

Subito dopo che i radar russi hanno rilevato questo “attacco non provocato” contro elicotteri Usa , i comandanti russi hanno informato il “Combined Air Operations Center (CAOC)” della base qatariota di Al Udeid , facendo sapere agli americani che erano pronti ad organizzare una missione di salvataggio, ma i comandanti Usa hanno risposto che non era necessario perché le loro forze erano già state allertate.

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Ancora più sorprendente è una concidenza che si è verificata da tutt’altra parte del mondo: cinque ore dopo l’abbattimento due elicotteri Usa in Siria, satelliti russi che controllano il Pacifico hanno individuato un test a sorpresa di missili “American marittime RIM-8 Talos” nelle acque intorno alle isole Hawaii. Poi, due ore dopo, la US Navy ha detto che due dei suoi elicotteri “CH-53” erano andati dispersi con gli interi equipaggi e le ricerche erano state sospese.

L’ impressione è che il Pentagono abbia deliberatamente nascosto agli americani un crimine di guerra commesso dalla Turchia, che è alleato della Nato, perché teme le possibili reazioni. La Turchia sta combattendo dalla parte degli Stati Uniti, ma anche contro i curdi che hanno il sostegno degli Stati Uniti nella lotta contro i terroristi dello stato islamico.

I rapporti tra il regime di Obama e la Turchia sono notevolmente peggiorati proprio a causa del sostegno americano per il popolo curdo e gli ufficiali turchi hanno apertamente messo in guardia gli americani, dicendo che non sarebbero stati disposti a tollerare l’inclusione dei gruppi curdi nei prossimi colloqui di pace per porre fine alla guerra in Siria. Il primo ministro Ahmed Davutoglu ha detto di recente: “Noi non accetteremo mai YPG come forza di opposizione legittima, non lo permetteremo mai perché è una minaccia diretta per la Turchia.”.

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Allo stesso tempo però Mosca e Washington sono vicine a raggiungere un compromesso sui partecipanti ai colloqui di pace : due delegazioni separate dell’opposizione siriana dovrebbero essere invitate ai negoziati di Ginevra. I negoziati tra governo siriano e opposizione patrocinati dalle Nazioni Unite sono già stati rinviati per disaccordi tra gli Stati Uniti e la Russia, che non avevano potuto raggiungere un accordo su quali siano rappresentati i gruppi di opposizione.

Washington sostiene la partecipazione delle milizie Jaysh al-Islam (Esercito dell’Islam) sostenute dall’Arabia Saudita, cosa che Mosca ha fortemente contestato. La Russia insiste invece per la partecipazione di gruppi più moderati come quelli di Qadri Jamil, un ex vice primo ministro siriano, e Muslim Saleh, co-responsabile del gruppo curdo siriano PYD.
Un compromesso però sembra raggiunto e Mosca accetterebbe la presenza di Jaysh al-Islam ai colloqui. In cambio, Washington non si opporrà all’arrivo anche di una delegazione dell’opposizione siriana.

Staffan de Mistura, l’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, probabilmente adesso manderàe inviti ai due gruppi di opposizione proposti da Washington e Mosca.
Le nazioni che assistono i colloqui di pace Siria hanno raggiunto un accordo per formare un governo di transizione in Siria entro la metà del 2016, con l’obiettivo di tenere elezioni nel 2017.

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Fonti: Agenzie

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