Falso buonista amico dei sodomiti: perché l'Isis vuole eliminare il Papa
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Falso buonista amico dei sodomiti: perché l'Isis vuole eliminare il Papa

Nell'attacco contro i cristiani fatto su Dabiq emerge chiaramente che è il dialogo l'arma che il Califfo teme di più

Il Papa e Muhammad Al-Tayyib
Il Papa e Muhammad Al-Tayyib
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Gianni Cipriani Modifica articolo

1 Agosto 2016 - 17.15


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di Gianni Cipriani

Fino ad ora, almeno stando alla loro propaganda, il nemico principale era rappresentato dagli sciiti. Del resto la guerra in Siria e Iraq viene combattuta dallo Stato Islamico proprio contro governi a guida sciita (Baghdad) e alawita (Damasco) che è una componente della famiglia sciita.
I cristiani e i sionisti sono sempre stati attaccati, ovviamente. Ma in seconda battuta. Attaccati più come simboli dell’occidente così inviso a gran parte di quel mondo e i sionisti in quanto sostenitori di Israele più che per essere ebrei.
E tuttavia nell’ultimo anno non sono mancati i richiami alla conquista di Roma, alla presa di san Pietro e non sono mancati gli attacchi a Papa Francesco, soprattutto riguardo alla sua posizione verso i migranti, perché lo Stato Islamico – e su questo ci torneremo in seguito – preferisce a fini propagandistici confrontarsi con un volto feroce e raccontare a chi fugge gli orrori dell’Occidente piuttosto che  l’accoglienza.
Ora, dopo l’ultimo numero di Dabiq appare abbastanza chiara la volontà di attaccare i cristiani ovunque nel mondo e anche il desiderio di eliminare o quantomeno mettere in discussione la figura di Papa Franscesco, forse perché con la sua mitezza contrasta la propaganda del Califfato, tutta concentrata a mostrare la cattiveria dei “crociati”.
Ma su cosa si basa questo rinnovato odio e ostilità?  Su un aspetto principale e su uno correlato.
Il primo è sulla politica di dialogo che ha Francesco nei confronti dell’Islam. E anche, incidentalmente, con le parole di apertura e comprensione del Papa nei confronti dei gay, che nell’accezione dello Stato Islamico vengono spegiativamente indicati solo quali sodomiti.
Dicono i propagandisti dell’Isis: con Benedetto e con altri Papi precedenti l’ostilità tra cristiani e musulmani era più evidente (e questo all’Isis va bene, ndr).
Ma con Francesco no. Lui è molto più sottile. Lui sta attento a non offendere l’Islam ma il suo proposito finale è quello di infiltrarsi nelle terre mususlmane esattamente come facevano i crociati. Francesco – dicono – si nasconde dietro l’ingannevole velo della buona volontà per rabbonire la nazione musulmana.
In particolare i propagandisti del Califfato hanno criticato fortemente il Papa quando ha invitato a non generalizzare sul binonio islam/terrorismo, visto che l’autentico Islam si oppone a ogni forma di violenza. Parole dette dopo un incontro con il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Muhammad Al-Tayyib, massimo esponente dell’islam sunnita. Anzi falso rappresentante, secondo l’Isis.
In primo luogo – è scritto in Dabiq – dire che l’Islam non è come la Chiesa Cattolica che ha un’autorità centrale è un falso, visto che c’è il Califfo (che ovviamente non è riconosciuto dall’intera comunità musulmana, se non da alcune organizzazione armate).
Quindi qual è il subdolo tentativo del Papa? Quello di fuorviare le masse musulmane e impedire loro di portare avanti il jihad contro i miscredenti. Fare, come appena detto, come i crociati che vogliono placare le lotte dei musulmani. E in questo el-Tayeb si è dimostrato complice.
Si tratta in pratica di una ammissione che la politica di dialogo e di pace di Papa Francesco è un ostacolo ai disegni e alla propaganda del Califfo che ha bisogno piuttosto di confrontarsi contro xenofobia e intolleranza per poter meglio soffiare sull’odio e la voglia di vendetta.
La polemica di Dabiq, poi, riguarda la questione dei gay.
E qui gli uomini del califfato sbagliano o cercano di sbagliare artatamente. Infatti tentano falsamente di datare le parole del Papa di apertura verso gli omosessuali (“chi sono io per giudicare?) ai giorni successivi alla strage di Orlando fatta da Omar Mateen.
L’Isis accusa Francesco di aver tradito sui gay la stessa dottrina della Chiesa. Ma non è il punto religioso quello che loro interessa, quanto quello politico.
Afferma Dabiq non senza dietrologia: il Papa vuole cancellare gli insegnamenti bibilici e scusarsi con coloro che prendono il nome da Sodoma e Gomorra solo per avere alleati in più nella crociata contro la naziona musulmana. Una crociata nella quale possono far comodo sporchi sodomiti effemminati (filthy, effeminate  sodomites) per usare le loro parole.
Insomma – e si torna all’assunto principale – tutto ciò che fa Francesco (con l’appoggio di rinnegati dell’Islam) è un tentativo di “smilitarizzare” i musulmani nel tentativo di cancellare dalle loro menti il dovere chiaramente scritto nel Corano e che è basato sulla Sunnah: combattere attraverso il jihad i pagani e gli infedeli fino a quando tutto il mondo sarà un giorno governato dalla Shari’ah.
In questo quadro il Papa del dialogo è un ostacolo. Anzi è il peggior nemico perché rischia di “disarmare” i musulmani solo con la forza del suo sorriso.
Per questo Isis cercherà di attaccare ancora di più i cristiani.
Ma è un segno di debolezza e, nello stesso tempo, un segno della grandezza di papa Francesco, una delle poche figure che sta facendo barriera a ciò che i professionisti dell’odio vogliono: la guerra di religione.

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