Assassini non solo a Berlino, ma soprattutto nelle terre da loro militarmente controllate: gli estremisti dello Stato Islamico hanno ucciso bruciando vivi quattro civili nella città di Deir ez-Zor, in Siria. I quattro erano stati accusati di sostenere le forze.
La polizia islamica (conosciuta anche come Diwan al-Hisba) ha arrestato i quattro uomini tre mesi fa. L’accusa era quella di supportare le forze Ypg che in Siria stanno combattendo lo Stato Islamico e stanno avanzando in direzione di Raqqa.
L’Isis ha accusato i quattro di aver favorito una fuga di informazioni, soprattutto movimenti del gruppo jihadista nell’area di Deir ez-Zor.
La Corte jihadista di Deir ez-Zor ha detto in un comunicato che dopo gli “interrogatori” i sospetti hanno “confessato” di essere al soldo del Ypg e di cooperare con i curdi contro il cosiddetto Califfato. Così i giudici hanno scelto la punizione più brutale e li hanno arsi vivi martedì sera con l’accusa di tradimento e apostasia.
Centinaia di persone hanno assistito all’ esecuzione, comprese le famiglie delle vittime che sono stati costretti a guardare i loro figli morire bruciati. Subito dopo i miliziani dell’Isis hanno gettato i corpi delle vittime nel fiume Eufrate.
Sono spie dei curdi: l'Isis brucia vivi quattro prigiornieri a Deir ez-Zor
Secondo l'accusa lavoravano per il Ypg: condannati per alto tradimento e apostasia
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21 Dicembre 2016 - 19.00
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