La Russia rimpatria da Siria e Iraq i figli dei jihadisti dell'Isis
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La Russia rimpatria da Siria e Iraq i figli dei jihadisti dell'Isis

Putin ha delegato il ceceno Ramzan Kadyrov alle procedure di rimpatrio: "i colpevoli condannati, ma i bambini sono innocenti: nessuno ha chiesto loro dove volessero nascere

Donne dell'Isis a processo
Donne dell'Isis a processo
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17 Febbraio 2019 - 09.23


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Molti jihadisti, quelli descritti come più feroci e determinati, sono partiti dalla Russia o da altri ex paesi sovietici..
Ma adesso Mosca ha iniziato il rimpatrio di figli minori e e delle mogli i di terroristi andati a combattere insieme all’Isis in Siria e, in misura minore, in Iraq.
L’ultimo rimpatrio è avvenuto all’inizio di questo mese, quando nei pressi di Mosca sotto gli occhi delle telecamere , sono atterrati 7 bambini tra i 4 e i 13 anni portati via dalla Russia in fasce o nati già in terra di Califfato, le cui madri sono invece prigioniere in carceri irachene.
Tra i 4 e i 13 anni, molti di loro non hanno mai vissuto il freddo inverno della capitale russa: sono nati nei territori sotto il controllo dell’organizzazione jihadista o sono stati portati in Iraq e in Siria dai loro genitori quando erano ancora piccolissimi.
Il problema di cosa fare di questi figli di terroristi jihadisti espatriati è da tempo all’attenzione delle autorità russe.
Sarebbero almeno 200 le donne e i bambini già rimpatriati, mentre quasi 1.400 bambini sono ancora bloccati.
Una volta sottoposti agli esami medici, questi ragazzi vengono riconsegnati a familiari sul territorio russo: zii, zie, nonni che vivono per la gran parte nelle repubbliche caucasiche a maggioranza musulmana.
Alla guida delle complicate procedure di rimpatrio, Valdimir Putin ha voluto il leader ceceno Ramzan Kadyrov. “Le donne e i bambini devono essere rimpatriati in Russia, i colpevoli condannati, ma i bambini sono innocenti: nessuno ha chiesto loro dove volessero nascere”, ha scritto Kadyrov a dicembre su Telegram.

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