Continua il massacro dei curdi e l'Onu accusa la Turchia: "Crimini di guerra"
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Continua il massacro dei curdi e l'Onu accusa la Turchia: "Crimini di guerra"

Rupert Colville, portavoce delle Nazioni Unite, si è detto sconvolto per le violenze e gli attacchi a strutture ospedaliere. E il bilancio delle vittime aumenta.

Erdogan ordina l'invasione del nord della Siria
Erdogan ordina l'invasione del nord della Siria
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15 Ottobre 2019 - 07.32


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Esecuzioni sommarie che i jihadisti al soldo di Erdogan di Ahrar al-Sharqiya hanno eseguito nei giorni scorsi e dei quali si sono vantati postando i video in rete-
Adesso uno dei portavoce delle Nazioni Unite, Rupert Colville, ha sostenuto che l’Onu sta lavorando per verificare il filmato e confermare i dettagli degli eventi, ma ha sottolineato che, secondo il diritto internazionale, “le esecuzioni sommarie sono gravi violazioni e possono costituire un crimine di guerra”.
“La Turchia potrebbe essere ritenuta responsabile come stato per le violazioni commesse dai loro gruppi armati affiliati”.
Per questo Colville ha invitato Ankara “a aprire immediatamente un’indagine imparziale, trasparente e indipendente su entrambi gli incidenti”.
Colville ha aggiunto che ci sono molte evidenze di civili uccisi da cecchini, da raid aerei su obiettivi civili e altro e ha aggiunto che le Nazioni Unite sono state “sconvolte” per gli attacchi contro strutture mediche nella regione.

La resistenza dei curdo-siriani

Gli scontri tra le Sdf e l’esercito turco hanno consentito una controffensiva curda che ha portato alla liberazione dei villaggi di Aliya e Arbaeen West Tal Tamer.
Secondo fonti del Rojava durante gli scontri, almeno 60 jihadisti dei gruppi alleati ad Ankara sono stati uccisi e sette veicoli militari e sette veicoli corazzati sono stati distrutti mentre un blindato è stato sequestrato.

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I proclami di Ankara

E’ salito a 611 il numero dei “terroristi neutralizzati” (cioè uccisi, feriti o catturati) dall’inizio dell’operazione militare della Turchia nel nord-est della Siria. Lo rende noto la Difesa di Ankara, aggiornando la cifra precedente di 595, diffusa stamani. Il presidente Recep Tayyip Erdogan aveva precisato ieri che almeno 500 di questi combattenti erano stati uccisi.

Morti tra i civili

Morti e violenze senza sosta: l’’esercito turco ha bombardato il villaggio di Asaliya situato a ovest della città di Manbji costringendo la gente a fuggire.
Nel frattempo le milizie jihadiste al soldo di Ankara si sono scontrate con le forze curdo-arabe del Consiglio militare di Manbij che hanno risposto agli attacchi delle milizie di invasione. Secondo i curdi sono stati uccisi “circa 45 mercenari dell’esercito di occupazione turco”.
Nel frattempo, i bombardamenti turchi nel villaggio di Umm Adasa al-Farat nella campagna di Manbij, hanno provocato l’uccisione di due civili e il ferimento di altri 13, di cui 3 seriamente.
Le forza Usa lasciano Manbij

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‘Siamo fuori da Manbij”. E’ così che la coalizione militare internazionale a guida Usa ha annunciato su Twitter il ”ritiro volontario” dalla città di Manbij, nel nordest della Siria, che i curdi avevano liberato dalla presenza del sedicente Stato Islamico

Gli scontri all’alba

L’esercito turco continua a bombardare alcuni villaggi per cominciare a stringere d’assedio Kobane.
Dalle prime ore dell’alba colpi hanno raggiunto i centri di Savekt, Bobyan, Kohor Korrya, Shakfat a ovest della città di Kobani.
I curdo-siriani delle SdF sostengono di aver reagito.
Le autorità del Rojava hanno detto anche che i jihadisti delle formazioni filo-curde hanno tentato di infiltrarsi da Jarablus attraverso il fiume Eufrate fino alla sponda orientale del fiume, ma l’Sdf ha respinto il tentativo e fallito.
Nelle aree di Manbji ci sono stati scontri tra i mercenari del sedicente Esercito nazionale siriano pagato da Ankara e I curdi appoggiati dalle forse di Assad. 
Due civili sono stati uccisi e tredici dono i feriti. Anche i bambini.

La presenza di militari dell’esercito di Assad giunti in soccorso dei curdo-siriani dopo l’accordo con Damasco potrebbe cambiare il quadro della situazione.

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I curdo-siriani riprendono Ras al-Ayn

L’alleanza curdo-araba delle Forze democratiche della Siria (Sdf) ha ripreso il controllo di Ras al-Ayn. Lo hanno riportato gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, secondo quanto riferisce la tv satellitare al-Arabiya.
Il ministro turco della Difesa, Hulusi Akar, aveva confermato che Ras al-Ayn era sotto il controllo di Ankara.
I proclami di Erdogan

“Ad oggi abbiamo liberato dall’occupazione terrorista separatista un’area di quasi mille chilometri quadrati” nel nord-est della Siria. Lo ha annunciato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, facendo il punto sull’operazione militare ‘fonte di pace’ nel corso di un intervento a Baku, in Azerbaijan. Erdogan, riporta l’agenzia di stampa ‘Anadolu’, ha ribadito che l’operazione andrà avanti fino al raggiungimento degli obiettivi.

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