La domanda è: cosa altro deve fare di peggio quel pericoloso individuo che sta alla Casa Bianca di nome Donald Trump perché qualcuno abbia il coraggio almeno di condannare quello che è a tutti gli effetti un atto di terrorismo perpetrato in totale disprezzo di tutte le leggi internazionali?
Il deliberato assassinio del generale iraniano Solemaini apre scenari nefasti perché è stata un’azione studiata a tavolino per quella che potrebbe essere per il Golfo l’equivalente di quelle che sono state le continue provocazioni tra tedeschi e polacchi per Danzica che furono il pretesto per Hitler di scatenare con l’invasione della Polonia la seconda guerra mondiale.
Perché l’uccisione deliberata non di un terrorista ma di un militare di primissimo livello di uno stato sovrano come l’Iran è aberrante e non ha alcuna giustificazione ma va solo condannata.
Un assassinio, c’è da aggiungere, arrivato al culmine di anni nei quali l’amministrazione Trump ha fatto di tutto per distruggere qualsiasi sforzo di pace e di distensione fatto negli anni passati da Obama, dall’’Unione Europea e da tuti coloro che hanno lavorato per il superamento delle sanzioni all’Iran in un quadro di azioni condivise per garantire a tutti la sicurezza.
Questa azione è stata definita da Nancy Pelosi, che non è esattamente una esponente della ‘sinistra’ democratica americana un “atto provocatorio e sproporzionato”.
E Parliamo di Nancy Pelosi.
Alle 14 di oggi (con le sole eccezione di Rifondazione comunista e di Nicola Fratoianni: “Quello di Trump è un atto di violenza ingiustificata e unilaterale. Una dichiarazione di guerra”) non c’è stata una sola dichiarazione delle forze di sinistra o progressiste che siano che condanni l’azione di Trump.
Nessuno ha avuto il coraggio di parlare se non di un atto di terrorismo (termine legittimo in questo caso) quantomeno di ‘atto di guerra’.
Nessuno.
Il governo italiano tramite lo sprovveduto Giggino Di Maio ha fatto una dichiarazione a dir poco pilatesca: “ “Gli ultimi sviluppi della situazione in Iraq sono molto preoccupanti. Negli ultimi giorni abbiamo assistito ad una pericolosa escalation culminata nell’uccisione del Generale iraniano Soleimani. L’Italia lancia un forte appello perché si agisca con moderazione e responsabilità, mantenendo aperti canali di dialogo, evitando atti che possono avere gravi conseguenze sull’intera regione”.
Lo si legge in una nota del ministero degli Affari esteri.
“Nessuno sforzo deve essere risparmiato per assicurare la de-escalation e la stabilità. Nuovi focolai di tensione non sono nell’interesse di nessuno e rischiano di essere terreno fertile per il terrorismo e lestremismo violento”
Trump non viene nemmeno citato.
A seguire: “”L’uccisione del generale Soleimani, ordita da Trump, rischia di scatenare una nuova pericolosissima guerra. In queste ore di grande apprensione dobbiamo intervenire subito in sede europea per attivarci per scongiurare il peggio”.
Lo ha scritto su twitter Bruno Astorre del Pd che è arrivato fino alla parola ‘ordito’.
A seguire il vice-segretario del Pd Andrea Orlando: “Il raid voluto dal presidente Trump fa crescere in modo esponenziale il rischio di un conflitto su larga scala. L’Italia si faccia promotrice con l’Unione europea di un’iniziativa per evitare una drammatica escalation”.
Poi la senatrice Roberta Pinotti, ex ministra della difesa: “”Gli ultimi sviluppi della situazione in Iraq sono molto preoccupanti. Negli ultimi giorni abbiamo assistito ad una pericolosa escalation culminata nell’uccisione del Generale iraniano Soleimani.
In ultimo Nicola Zingaretti: “Grande preoccupazione per l’altissimo livello di tensione in Iraq dopo le violenze dei giorni scorsi contro l’ambasciata Usa e l’eliminazione di Soleimani. L’Italia e l’Europa assumano tutte le iniziative utili per scongiurare un’escalation incontrollabile nell’area”.
Preoccupazione, appello all’Unione Europea. Ma nessuna condanna a Trump. Che deve fare di più?
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