Rohani incontra il premier siriano: "Cacciamo gli Usa"
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Rohani incontra il premier siriano: "Cacciamo gli Usa"

Intanto è il quarto giorno di proteste antigovernative in Iran per l'abbattimento del Boeing ucraino

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14 Gennaio 2020 - 16.39


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“I Paesi della regione non dovrebbero esitare a porre fine alla presenza militare degli aggressori americani”. Lo ha detto il presidente iraniano Hassan Rohani, incontrando a Teheran il premier siriano Imad Khamis. “Oggi l’interferenza degli Stati Uniti e il loro tentativo di controllare i proventi del petrolio in Siria indicano che non hanno alcuna considerazione dei veri interessi dei Paesi della regione”, ha aggiunto il capo del governo iraniano, citato dall’Irna. Dal canto suo, il primo ministro di Damasco ha assicurato che “la presenza degli americani in Siria e’ una chiara occupazione” e che la “resistenza per sradicare il terrorismo dalla regione continuera’”.
Avviare il meccanismo di risoluzione di disputa sul nucleare iraniano da parte dell’Unione Europea “è un segno di debolezza” ed avrà conseguenze. Così il ministero degli Esteri di Teheran alla decisione di Gran Bretagna, Francia e Germania di avviare questo meccanismo in seguito a rinnovate violazioni da parte di Teheran dell’accordo del 2015.
Una mossa che in teoria apre la strada a sanzioni Onu, ma secondo fonti diplomatiche citate da Reuters, lo scopo non è quello di imporre misure punitive, ma di fare pressione sull’Iran affinchè riveda la sua decisione di non aderire più all’accordo. “Il ricorso degli stati europei al meccanismo di risoluzione di dispute sull’accordo nucleare è un passo emotivo che nasce da una posizione di debolezza”, ha detto il portavoce del ministero Abbas Moussavi in una dichiarazione ripresa dall’agenzia di stampa ufficiale Irna.
“Il ricorso all’attivazione del paragrafo 36 dell’accordo nucleare non è niente di nuovo perchè era stato già attivvato in precedenza dall’Iran“, ha aggiunto il portavoce. 
 Quarto giorno di proteste antigovernative in Iran per l’abbattimento del Boeing ucraino e contro le iniziali “bugie” delle autorita’ della Repubblica islamica sulla vicenda. Le manifestazioni erano iniziate sabato sera nella capitale Teheran durante una veglia per le vittime del disastro aereo, in maggioranza iraniane. Nuovi raduni di studenti si segnalano oggi nella capitale, anche se con una partecipazione ridotta rispetto ai giorni scorsi. La magistratura di Teheran ha sostenuto oggi che fino a ieri erano stati effettuati “circa 30” fermi per proteste “illegali”, assicurando tuttavia “tolleranza per le manifestazioni legali”.

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