Mettere Cuba nella lista dei paesi che sostengono il terrorismo è un vero e proprio gesto inverecondo dettato da squallidi calcoli politici e non dalla sincera volontà di combattere il vero terrorismo.
Uno degli ultimi ignobili atti di un estremista di destra orfano della guerra fredda che campa sfruttando il prossimo, distruggendo l’ambiente e andando a cercare nemici da additare ai suoi fan in delirio.
Che Cuba non sia uno sponsor del terrorismo è talmente ovvio che non vale nemmeno la pena spenderci troppe parole.
Semmai Cuba (e l’Italia) sono vittime del terrorismo sponsorizzato dagli Stato Uniti.
Pochi ricordano che il 4 settembre 1997 l’italiano Fabio Di Celmo morì per un attentato terroristico a L’Avana ordinato da Luis Posada Carriles, esule cubano e membro della “Fundación Nacional Cubano-Americana”, associazione neofascista statunitense che sosteneva di voler riportare la democrazia e la libertà a Cuba.
Posada Carriles, ammise la paternità degli attentati e disse tranquillamente che era un collaboratore di Cia e Fbi.
Inutile dire che nonostante le bombe e tutto il resto visse tranquillo e sereno negli Stati Uniti senza mai pagare per le sue colpe.
E quindi nel dove un presidente grazia criminali di guerra, nel paese dei Proud Boys, delle milizie di destra armate che vanno a sparare in strada o a travolgere con l’auto chi manifesta contro il razzismo; nel paese del Ku Klux Klan, dei suprematisti bianchi, dei nazisti, dei sostenitori della menzogna Qanon, degli pseudo-sciamani, dei negazionisti e tutta la varia umanità che ha assaltato Capitol Hill nel delirio golpista c’è da dire che terroristi sono molti sostenitori di Trump, non certo Cuba.
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