Come è potuto accadere? L’assalto del Congresso era stato previsto tre giorni prima da un rapporto dell’intelligence della polizia di Capitol Hill.
Lo ha scritto il Washington Post, sollevando ulteriori domande sul fallimento della sicurezza il 6 gennaio.
Diffuso il 3 gennaio, il rapporto di 12 pagine, esponeva uno scenario da ‘tempesta perfetta’, sottolineando come i sostenitori di Trump vedevano il 6 gennaio “come l’ultima possibilità di ribaltare il risultato delle elezioni presidenziali”.
“Questo senso di disperazione e delusione” è un “incentivo alla violenza”, avvertiva il rapporto, aggiungendo che questa volta la rabbia si sarebbe rivolta verso il Congresso. A rendere più rischioso lo scenario, si avvertiva, erano le dimensioni delle manifestazioni previste, il senso di urgenza fra i dimostranti, l’appello a portare armi, la prossimità al Congresso dei due raduni convocati e il fatto che “entrambi sono promossi dallo stesso presidente Trump”.
Per quanto allarmante, il rapporto non sembra essere stato condiviso con altre forze di sicurezza, fra cui l’Fbi.
L’ufficio del Federal Bureau of Intelligence in Virginia, aveva di suo segnalato il 5 il prossimo arrivo a Washington di estremisti e suprematisti. L’allora capo della polizia di Capitol Hill, Steven Sund, che si è dimesso dopo l’assalto, non ha voluto fare commenti sul rapporto, di cui era al corrente. Ma in precedenza aveva detto di aver sollecitato invano i funzionari ai vertici della sicurezza del Congresso per una dichiarazione di emergenza e la richiesta di rinforzi Guardia nazionale.
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