Camporini: "Mosca scherza col fuoco, l'Occidente può essere un alleato e non un nemico da spiare"
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Camporini: "Mosca scherza col fuoco, l'Occidente può essere un alleato e non un nemico da spiare"

L'ex Capo di Stato Maggiore della Difesa sulla spy story: "Affidarsi alla Cina è una follia strategica. Mosca questo non lo ha ancora capito. Eppure un appeasement con l’Occidente è possibile".

Vincenzo Camporini
Vincenzo Camporini
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

31 Marzo 2021 - 14.45


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Un ufficiale della marina militare italiana (un capitano di fregata) è stato arrestato nella serata di ieri, martedì 30 marzo, dai carabinieri del Ros, dopo essere stato fermato assieme ad un ufficiale delle forze armate russe. 
I due sono accusati di gravi reati attinenti allo spionaggio e alla sicurezza dello Stato.  L’intervento è avvenuto in occasione di un incontro clandestino tra i due, che sono stati sorpresi mentre l’ufficiale italiano cedeva all’altro dei documenti «classificati» in cambio di denaro. L’ufficiale russo, che era in servizio presso l’ambasciata russa in Italia, è stato espulso dal ministero degli Esteri italiano. Con lui verrà allontanato dall’Italia anche il suo diretto superiore: lo status di diplomatico impedisce infatti che possano essere arrestati. La Farnesina ha immediatamente convocato al ministero  – su istruzioni del Ministro Luigi Di Maio – l’Ambasciatore russo Sergey Razov.

Lo ha reso noto il Segretario Generale del Ministero degli affari esteri, Elisabetta Belloni. A Razov sono state comunicate le misure adottate dall’Italia.

Globalist ne discute con il generale Vincenzo Camporini, già Capo di Stato Maggiore della Difesa, e prim’ancora dell’Aeronautica militare, consigliere scientifico dello Iai (Istituto affari internazionali), uno dei più autorevoli analisti militari. Camporini è tra i fondatori di Azione di cui è responsabile difesa. “Mosca scherza col fuoco – afferma Camporini-. L’Occidente può essere un alleato, non un nemico da spiare”.

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Generale Camporini, cosa dire di questa vicenda di spionaggio?

Il fatto che un capitano di fregata che stava consegnando ad un ufficiale russo documenti coperti dal segreto militare, è, al contempo, una pessima e una buona notizia. Occorrerà ovviamente attendere che la giustizia si pronunci in merito, ma scandalizza l’idea che simili comportamenti possano essere tenuti da chi ha giurato fedeltà alla patria. La buona notizia, invece, è la capacità del sistema di monitorare e agire da parte delle agenzie per la sicurezza e delle organizzazioni militari. Non sappiamo ancora l’entità del danno arrecato con la trasmissione di queste informazioni, danno che dovrà essere accuratamente valutato al fine di apportare i dovuti rimedi, ma l’avere interrotto questo canale clandestino di comunicazione è un elemento che ci permette di dare una valutazione positiva e incoraggiante per ciò che concerne l’efficacia della collaborazione tra le varie istituzioni. Al contempo, e qui entra in causa il Governo, la vicenda deve anche far riflettere sulla delicatezza degli organismi di sicurezza nazionale, che devono essere affidati non certo per affiliazioni politiche o addirittura personali.

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Questo per ciò che concerne l’Italia. Ma questa vicenda cosa segnala sul versante russo?

Segnala che la Russia non ha ancora capito che il suo alleato ideale è l’Unione europea e, con i dovuti limiti, gli Stati Uniti. Affidarsi alla Cina è una follia strategica. Mosca questo non lo ha ancora capito. Eppure un appeasement con l’Occidente è possibile. Se si risolve, e la Russia è nella possibilità di farlo, la situazione ucraina e se in qualche modo creiamo una sorta di repubblica autonoma della Crimea, indipendente sia dall’Ucraina sia dalla Russia, in un tale scenario avremo risulto i problemi con la Federazione Russa e potremmo dedicarci al vero avversario che si chiama Cina.

In passato, mi riferisco al governo gialloverde, il Conte I, c’era una certa attrazione verso Mosca…

Il signor Salvini, che sicuramente qualche beneficio ha tratto dal suo rapporto con Mosca, sosteneva le ragioni di Putin. Questo è cosa nota, ed è anche un po’ banale ricordarlo. Quanto ai 5 Stelle, che hanno la forma dell’acqua e si adattano a qualsiasi situazione pur di mantenere il potere, in politica estera sono pronti a cambiare casacca senza alcuna remora. Da questo versante, non ci vedo nulla di strano. Quello che è strano, per usare un eufemismo, è il comportamento delle autorità politiche italiane in questi due scellerati governi gialloverde e giallorosso. 

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Quando si è trattato di dare una spiegazione, se non una giustificazione politica alla nascita del governo Draghi, una delle parole più abusate è stata “atlantismo”. Il governo Draghi, si è detto e scritto, doveva avere una chiara impronta “atlantica”. Ma in concreto come tradurre questa evocata vocazione “atlantica” per l’Italia?

Significa che dobbiamo lasciare perdere le interpretazioni, in prevalenza francesi, del concetto di autonomia strategica in contrapposizione agli Stati Uniti, mentre dobbiamo intenderlo come pilastro di un’alleanza strategica tra chi condivide gli stessi i valori, con tutti i difetti che hanno ma che sono irrinunciabili. 

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