Sono entrati oggi a Kabul, segnando il fallimento delle politiche occidentali in Afghanistan.
Ma chi sono esattamente i talebani, e perché sono tornati a controllare questo paese?
Non stupisce che i talebani siano tornati a controllare Kabul.
Nonostante la cacciata formale ad opera degli Stati Uniti, nel 2001, dal Paese non se ne sono mai andati, anzi. Oggi sembrano più forti e organizzati di prima.
Dopo l’annuncio di Joe Biden sulla fine della missione americana, il movimento ha riconquistato vigore e in pochi mesi è arrivato a Kabul.
Dopo essere sopravvissuti a due decenni di guerra, i talebani hanno iniziato a conquistare vaste aree di territorio, rovesciando ancora una volta il governo afghano. Attualmente sono più numerosi che mai: 85mila combattenti a tempo piano, secondo recenti stime della Nato.
L’avanzata verso Kabul è stata più rapida di quanto molti avessero temuto. In molti casi i talebani sono stati in grado di conquistare le principali città senza combattere, poiché le forze governative si sono arrese per evitare vittime civili. Rimossi dal potere in Afghanistan dalle forze guidate dagli Stati Uniti nel 2001, i talebani non si sono mai arresi e ora, mentre Washington si prepara a completare il ritiro entro l’11 settembre, dopo due decenni di guerra, i militanti hanno ripreso il controllo del Paese. Il gruppo aveva avviato colloqui diretti con gli States nel 2018 e nel febbraio 2020 le due parti avevano raggiunto un accordo di pace a Doha che impegnava gli Stati Uniti a ritirarsi e i talebani a evitare attacchi alle forze statunitensi. Ma nell’anno successivo, i talebani continuarono a prendere di mira le forze di sicurezza e i civili afgani iniziando una veloce avanzata in tutto il Paese.
I talebani sono comparsi all’inizio degli anni ’90 nel nord del Pakistan in seguito al ritiro delle truppe sovietiche dall’Afghanistan. Il movimento di matrice pashtun si è fatto strada predicando una forma intransigente di Islam sunnita.
Dal sud-ovest dell’Afghanistan, hanno esteso la loro influenza a tutta l’aerea. Nel 1996 conquistano la capitale afghana, Kabul, e rovesciano il regime del presidente Burhanuddin Rabbani – uno dei padri fondatori dei mujaheddin che avevano resistito all’occupazione sovietica. Nel 1998, i talebani controllano quasi il 90% dell’Afghanistan.
Gli afghani, stanchi degli eccessi dei mujaheddin e delle lotte intestine dopo la cacciata dei sovietici, avevano generalmente accolto con favore i talebani: la loro prima popolarità era in gran parte dovuta al successo nello sradicare la corruzione, nel frenare l’illegalità e nel rendere sicure le strade e le aree sotto il loro controllo per far prosperare il commercio.
Ma i talebani hanno anche introdotto o sostenuto punizioni in linea con la loro rigida interpretazione della legge della sharia, come le esecuzioni pubbliche di assassini e adulteri condannati e l’amputazione per i colpevoli di furto. Gli uomini dovevano farsi crescere la barba e le donne dovevano indossare il burka. I talebani hanno anche vietato la televisione, la musica e il cinema, hanno vietato alle ragazze dai 10 anni in su di andare a scuola.
L’attenzione del mondo è stata attirata sui talebani in Afghanistan dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001 al World Trade Center di New York. Sono stati accusati di fornire un rifugio ai principali sospettati: Osama Bin Laden e il suo movimento al-Qaeda. Il 7 ottobre 2001, una coalizione militare guidata dagli Stati Uniti ha lanciato attacchi in Afghanistan e nella prima settimana di dicembre il regime talebano è crollato. L’allora leader del gruppo, il mullah Mohammad Omar, e altre figure di spicco, tra cui Bin Laden, sono sfuggiti alla cattura.
Nonostante un numero sempre maggiore di truppe straniere, i talebani hanno gradualmente riconquistato e poi esteso la loro influenza in Afghanistan, rendendo insicure vaste aree del Paese.
Nel 2015 il gruppo ha dichiarato di avere un nuovo leader, il Mullah Mansour, che era stato il vice del Mullah Omar. Più o meno nello stesso periodo e per la prima volta dalla loro cacciata nel 2001, i talebani hanno preso il controllo di un capoluogo di provincia, Kunduz, di importanza strategica. Il mullah Mansour è stato ucciso in un attacco di droni statunitensi nel maggio 2016 e sostituito dal suo vice Mawlawi Hibatullah Akhundzada, che mantiene il controllo.
Nell’anno successivo all’accordo di pace USA-talebani del febbraio 2020 – che è stato il culmine di un lungo periodo di colloqui diretti – i talebani hanno cambiato strategia: da complessi attacchi nelle città e su avamposti militari a un’ondata di omicidi mirati con lo scopo di terrorizzare i civili afgani. Gli obiettivi – giornalisti, giudici, attivisti per la pace, donne in posizioni di potere – sembravano suggerire che i talebani non avessero cambiato la loro ideologia estremista, ma solo la loro tattica.
Nonostante le gravi preoccupazioni dei funzionari afgani sulla vulnerabilità del governo senza il sostegno internazionale, il nuovo presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha annunciato nell’aprile 2021 che tutte le forze americane avrebbero lasciato il paese entro l’11 settembre, due decenni dopo l’abbattimento del World Trade Center.