In Afghanistan i talebani s'inventano la dittatura della sharia "light". Che non esiste in natura
Top

In Afghanistan i talebani s'inventano la dittatura della sharia "light". Che non esiste in natura

I talebani hanno manifestato la volontà negoziare con altri esponenti politici la formazione di un nuovo governo inclusivo. E non vogliono più il burqa

Talebani
Talebani
Preroll

admin Modifica articolo

17 Agosto 2021 - 17.03


ATF

Serenità. Amnistia. Inclusione. E’ tempo per i vincitori di mostrare il volto della “moderazione” e di delineare una dittatura della sharia light. 

I talebani hanno manifestato la volontà negoziare con altri esponenti politici la formazione di un nuovo governo inclusivo. I combattenti hanno anche annunciato l’amnistia per i funzionari statali, che dovranno tornare al lavoro normalmente, e aperto le porte dell’esecutivo alle donne, “ma nel rispetto delle regole della Sharia”, la legge islamica. Sempre le donne dovranno indossare l’hijab, ma non il burqa, e potranno accedere all’istruzione, compresa l’università. Intanto, il numero due dei talebani, mullah Abdul Ghani Baradar, ha lasciato Doha, in Qatar, per rientrare in Afghanistan. Lo ha detto una fonte talebana alla Cnn. Baradar non torna in Afghanistan da 20 anni. Nel 2010 era stato arrestato in Pakistan dalle forze di sicurezza locali e poi rilasciato nel 2018.

Per le strade di Kabul c’è paura, anche se il nuovo regime rassicura gli afghani e la comunità internazionale sull’intenzione di pacificare il Paese. I talebani hanno annunciato una “amnistia generale” per tutti i funzionari delle vecchie autorità afghane, che sono stati invitati a tornare al lavoro. “Un’amnistia generale è stata dichiarata per tutti”, si legge in un comunicato, “pertanto dovreste riprendere le vostre abitudini di vita con piena fiducia”.  Gli Stati Uniti stanno rafforzando il cordone di sicurezza intorno all’aeroporto di Kabul che in serata è stato riaperto per consentire il proseguimento dei rimpatri. Sono ancora migliaia le persone che cercano di lasciare la città dove, secondo alcuni testimoni, i talebani setacciano casa per casa in cerca di presunti oppositori, donne, filo-occidentali. Nella notte sono arrivati in Afghanistan altri 3.000 soldati americani ma il dipartimento di Stato ha comunque invitato i suoi cittadini a rimanere al riparo ed evitare la zona dell’aeroporto. Ieri almeno 10 persone sono morte nel tentativo di lasciare il Paese, anche aggrappandosi a un aereo in decollo. 

Fuga disperata

Negli Stati Uniti ci sono tre basi militari pronte a ospitare fino a 22mila alleati afghani nelle prossime settimane. Lo ha detto il portavoce del Pentagono John Kirby in una intervista alla Cnn, assicurando che gli Usa continueranno a lavorare per evacuare il maggior numero possibile di cittadini americani e interpreti afghani nei prossimi giorni.

 Ospedale Emergency a Kabul: giunti 9 morti, 8 feriti gravi  

“Ieri 8 feriti in condizioni gravi sono stati ricoverati nel nostro ospedale, altri 9 erano già morti all’arrivo. Di questi 4 provenivano dall’aeroporto, dovesi sono registrate sparatorie”. Così Alberto Zanin, medical coordinator del Centro per feriti di guerra di Emergency a Kabul. “Nelle ultime 24 ore – ha aggiunto – abbiamo ricevuto 63 persone: 46 hanno ricevuto le prime cure in pronto soccorso e sono state trasferite in altri ospedali. Stiamo ammettendo solo pazienti in pericolo di vita. Al momento i posti letto occupati sono 99”.

 Ripresi voli militari per evacuazioni da Kabul 

I voli militari per l’evacuazione di diplomatici e civili dall’Afghanistan stanno decollando stamattina da Kabul, ha riferito a Reuters un funzionario della sicurezza occidentale all’aeroporto, confermando l’annuncio del Pentagono, già ieri sera, della riapertura del traffico aereo nello scalo dopo la sospensione a causa del caos scoppiato con l’afflusso di migliaia di persone che volevano tentare la fuga dall’Afghanistan di nuovo sotto il controllo talebano. Il capo delle forze Usa a Kabul ha incontrato talebani a Doha Il capo delle forze americane a Kabul ha incontrato i dirigenti dei talebani a Doha: lo ha reso noto il Pentagono.   

La diplomazia al lavoro  

L’Europa guarda preoccupata, in attesa di un’ondata di profughi. Johnson chiede un G7, e oggi si riunisce il consiglio Esteri dell’Ue. I talebani a Doha cercano alleati e Mosca apre al dialogo.   A livello interno, si cerca una transizione pacifica e il tentativo di mediazione è nelle mani dell’ex presidente Hamid Karzai – rimasto a Kabul – che ha creato, insieme al vicepresidente Abdullah Abdullah e all’ex capo dei mujaheddin, Hekmatyar, un gruppo di coordinamento per trattare con Amur Khan Mutaqi, il comandante talebano.  Onu: “Talebani onorino promesse rispetto diritti” “Chiediamo ai talebani di onorare le rassicuranti promesse verbali fatte sul rispetto dei diritti umani”, ha dichiarato oggi a Ginevra il portavoce dell’Alto commissariato Onu sui diritti umani.    “I portavoce dei talebani hanno rilasciato una serie di dichiarazioni rassicuranti nei giorni scorsi, compresa l promessa di un’amnistia per coloro che hanno lavorato per il governo precedente. Hanno anche promesso di essere inclusivi. Hanno detto che le donne possono lavorare e le ragazze possono andare a scuola. Tali promesse dovranno essere onorate, e per il momento – ancora una volta comprensibilmente, data la storia passata, queste dichiarazioni sono state accolte con un certo scetticismo. Tuttavia, le promesse sono state fatte, e se saranno onorate o infrante sarà sorvegliato attentamente”, ha insistito il portavoce. Rupert Colville ha aggiunto che nelle ultime settimane in alcune parti del paese catturate sono giunte notizie agghiaccianti di violazioni dei diritti umani e di restrizioni ai diritti degli individui, in particolare delle donne e delle ragazze. “Tali segnalazioni continuano ad essere ricevute. Sfortunatamente, per il momento, il flusso di informazioni è notevolmente interrotto e non siamo stati in grado di verificare le accuse più recenti”, ha detto sottolineando che negli ultimi due decenni “ci sono stati molti progressi faticosamente conquistati in materia di diritti umani. I diritti di tutti gli afghani devono essere difesi”.

 Portavoce Ue:”Lavoriamo per offrire strada sicura ad afghani “

La priorità è l’evacuazione degli afgani che lavoravano per gli Stati Ue, ma lavoriamo per un approccio complessivo” dei migranti dall’Afghanistan “che fornisca una strada legale e sicura, affrontando i rischi dell’immigrazione illegale”: lo ha detto un portavoce della Commissione Ue. “Sono elementi che vanno discussi a livello politico nei prossimi giorni”, ha aggiunto il portavoce, spiegando che la Commissaria agli affari interni, Ylva Johansson, incontrerà oggi il commissario Onu per i rifugiati Filippo Grandi, proprio per avviare il confronto. 

 La Cina a Biden: gli Usa distruggono non costruiscono 

Gli Stati Uniti “non stavano cercando di ricostruire in Afghanistan: questa è una dichiarazione veritiera, perché l’obiettivo degli Stati Uniti non è stato affatto di ricostruire”. Commentando il discorso tenuto ieri alla nazionale dal presidente americano Joe Biden, la portavoce del ministero degli Esteri cinese Hua Chunying ha affermato “che sia in Iraq, Siria o Afghanistan, ovunque vada l’esercito americano lascia turbolenze e divisione, caos,f amiglie distrutte e devastazione”, ha aggiunto Hua nella conferenza stampa quotidiana. “La forza e il ruolo degli Stati Uniti è la distruzione, non la costruzione”.  Cina pronta a rapporti amichevoli con talebani La Cina è disposta a sviluppare “relazioni amichevoli” con i talebani dopo la loro presa del controllo dell’Afghanistan. “La Cina rispetta il diritto del popolo afghano di determinare in modo indipendente il proprio destino e futuro, ed è disposta a continuare a sviluppare relazioni amichevoli e di cooperazione”, ha replicato la portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying, a una delle domande fatte in conferenza stampa sulla situazione in Afghanistan. Pechino, inoltre, “è disposta a svolgere un ruolo costruttivo nella pace e nella ricostruzione dell’Afghanistan”, ha aggiunto Hua. 

La Gran  Bretagna ha evacuato 3300 afghani nelle ultime ore Sono 3300 i cittadini afgani evacuati nelle ultime ore dai militari britannici nell’ambito del ponte aereo in corso da Kabul dopo la travolgente avanzata dei Talebani nella capitale e nel Paese. Lo ha detto a Bbc Radio4 il ministro degli Esteri, Dominic Raab, precisando che l’operazione va avanti e che prosegue anche il rimpatrio di cittadini britannici tuttora presenti in Afghanistan, con altre 150 persone rientrate solo domenica. Raab ha definit o”angoscianti” le drammatiche scene del fuggi fuggi in aeroporto ,ma ha aggiunto che stamane “la situazione appare più stabile “dopo l’arrivo di “altri militari britannici e americani”.

 Ministro Gb: senza Usa non si poteva restare 

Il governo britannico di Boris Johnson avrebbe voluto procedere a un ritiro “condizionato” degli ultimi contingenti occidentali dall’Afghanistan “piuttosto che annunciare che ce ne saremmo andati in un dato momento”. Lo ha ribadito oggi il ministro degli Esteri, Dominic Raab, alla Itv, aggiungendo tuttavia che rimanere militarmente nel Paese senza Washington sarebbe stato impossibile e che Londra non ha potuto infine far altro che coordinare il ritiro con la Nato, come aveva “sempre detto”. Raab ha poi precisato che su questo il gabinetto è stato unito a dispetto delle divergenze attribuite al collega della Difesa, Ben Wallace.  

Johnson-Merkel: “Regno Unito e Germania insieme contro crisi umanitaria 

“Un approccio condiviso” sull’Afghanistan in seno alla comunità internazionale è “cruciale” per portare avanti l’evacuazione di coloro che vogliono lasciare il Paese dopo l’avanzata dei Talebani fino a Kabul e “prevenire una crisi umanitaria” più grave, oltre che per cercare d’influire sul futuro del Paese. Lo hanno sottolineato in piena sintonia il primo ministro britannico Boris Johnson e la cancelliera tedesca Angela Merkel in una conversazione ad hoc di cui dà conto stamane Downing Street, precisando come tra l’altro come Johnson abbia ribadito l’intenzione – già annunciata ieri in un analogo colloquio con il presidente francese Emmanuel Macron – di convocare intanto investe di presidente di turno un video-vertice dei leader del G7sul dossier afgano. Il primo ministro  e la cancelliera – fa sapere DowningStreet – “concordano sul fatto che la cooperazione internazionale è ora cruciale sia per far fronte all’urgente necessità di evacuare gli stranieri e altri dall’Afghanistan,sia per quella di più lungo termine di prevenire una crisi umanitaria nel Paese e nella regione”. “Entrambi i leader – si legge in un nota diffusa a Londra -sono determinati a usare le loro influenza bilaterale e multilaterale per incoraggiare i partner internazionali ad adottare un approccio condiviso di fronte alla sfide che abbiamo innanzi”. Inclusa quella di stabilire “standard concordati sui diritti umani  del cui rispetto ogni futuro governo dei Talebani in Afghanistan dovrà rispondere alla comunità internazionale”. 

L’ambasciatore russo incontra i talebani 

I talebani hanno già messo insicurezza il perimetro esterno dell’ambasciata russa a Kabul, ha detto l’inviato presidenziale russo per l’Afghanistan Zamir Kabulov, citato dalla Tass. “Il nostro ambasciatore è in contatto con i rappresentanti della leadership talebana. Oggi incontrerà il coordinatore della leadership talebana per garantire la sicurezza, compresa la nostra ambasciata”, aveva sottolineato questa mattina. I Talebani hanno promesso alla Russia che costruiranno un Afghanistan “civilizzato”, “libero dal terrorismo e dal traffico di droga”. Così l’ambasciatore russo a Kabul Dmitry Zhirnov, citato da Interfax. La leadership russa prenderà poi “una decisione sul riconoscimento del regime del movimento talebano a seconda di quanto responsabilmente governerà il paese”, ha detto alla stazione radio Ekho Moskvy il rappresentante speciale del presidente russo per l’Afghanistan Zamir Kabulov

 Mosca: primi segnali dei talebani sono positivi 

 I talebani stanno dimostrando la loro volontà di lavorare con altre forze politiche afgane, il che è un segnale positivo, ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov. “Il fatto che i talebani stiano ora dichiarando, e dimostrando nella pratica, la loro volontà di rispettare l’opinione degli altri è, credo, un segnale positivo. In particolare hanno detto che sono pronti a discutere un governo in cui non ci siano solo loro ma che preveda anche la partecipazione di altri rappresentanti afgani”, ha detto Lavrov in una riunione con il personale docente della regione di Kaliningrad. lo riporta Interfax 

Turchia: dialogo con tutti, anche i talebani 

La Turchia ha aperto un dialogo con tutte le parti coinvolte nella crisi afgana, compresi i talebani: è quanto riporta l’agenzia di Stato turca, Anadolu, citando il ministro degli Esteri di Ankara, Mevlut Cavusoglu. Secondo quanto riferito da Cavusoglu in una conferenza stampa congiunta con l’omologo giordano il governo turco ha valutato positivamente le assicurazioni di parte talebana, e Ankara continuerà a “sostenere lo sviluppo economico, la stabilità e la pace” in Afghanistan. 

Tutti si riposizionano, annusano, ma una cosa è certa: l’Afghanistan democratizzato e modernizzato è un sogno spezzato. Non da oggi, ma vent’anni fa. 

Native

Articoli correlati