Il dramma di quei bimbi gettati oltre il filo spinato dell'aeroporto di Kabul
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Il dramma di quei bimbi gettati oltre il filo spinato dell'aeroporto di Kabul

Possiamo concionare di Afghanistan, spaccare il capello in quattro, litigare su quale parola usare per descrivere gli eventi: fuga, fallimento, tradimento, disfatta. Poi video e foto parlano da sole

All'aeroporto di Kabul si tenta di far entrare i bambini
All'aeroporto di Kabul si tenta di far entrare i bambini
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

19 Agosto 2021 - 18.14


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Vi sono immagini che restano nel tempo. Che immortalano la Storia. Che racchiudono in uno scatto, in un breve video, la tragedia collettiva che si consuma. Geopolitici, strateghi militari, “generali” da salotto mediatico, tuttologi senza costrutto, possono passare ore, giorni, settimane, a concionare di Afghanistan, a spaccare il capello in quattro, a litigare su quale parola usare per descrivere gli eventi: fuga, fallimento, tradimento, disfatta.
Facciano pure. Ma niente, niente, può avere un impatto più possente, lacerante, del video che mostra madri afghane disperate che non riuscendo a entrare nell’aeroporto di Kabul passavano i loro bambini oltre il filo spinato nella speranza di metterli in salvo affidandoli ai militari.

La Storia in quelle immagini

Nessun bambino non accompagnato sarà portato fuori dall’Afghanistan: lo ha messo in chiaro, citato da Sky News, il segretario alla Difesa britannico, Ben Wallace, dopo che la stessa emittente ha riportato la notizia di cui sopra. Anche alcune donne sono state spinte oltre il muro di cinta per sfuggire ai talebani. Il ministro ha spiegato all’emittente che il governo semplicemente “non può prendersi in carico un minore solo”, aggiungendo però che i bambini saranno assistiti se stanno insieme alle loro famiglie. “È stato terribile, le donne hanno passato i loro bambini oltre il filo spinato, chiedendo ai soldati di prenderli, alcuni sono rimasti impigliati”, ha riferito un alto ufficiale inglese che era allo scalo di Kabul.

I più indifesi tra gli indifesi

“La grave crisi alimentare che coinvolge i bambini afgani rischia di peggiorare gravemente a causa della sospensione degli aiuti, mettendo a rischio migliaia di vite”.  Questo l’allarme lanciato dall’organizzazione internazionale Save The Children. “Già prima dell’avanzata dei talebani, l’Afghanistan era il secondo Paese per numero di persone colpite dall’emergenza fame e malnutrizione — spiega l’organizzazione —. Secondo le stime, entro quest’anno la metà dei bambini al di sotto dei 5 anni nel Paese è a rischio di malnutrizione acuta e avrà bisogno di trattamenti specifici per poter sopravvivere”.
Alberto Zanin, coordinatore medico dell’ospedale di Emergency di Kabul ha chiesto “di non abbassare l’attenzione mediatica”. Per la Ong “è importante mantenere alta l’attenzione non solo in questo momento, ma per un lungo periodo. Perché un calo dell’attenzione potrebbe essere rischioso per la popolazione”.

Se questa è una dittatura soft….

La crisi umanitaria in Afghanistan assume di giorno in giorni proporzioni più drammatiche mentre le cancellerie di tutto il mondo sono al lavoro per mitigare il caos che regna nel Paese. Checkpoint talebani impediscono agli afghani di raggiungere l’aeroporto di Kabul. I soldati Usa controllano lo scalo aereo, ma tutte le strade che vi conducono sono sotto il controllo dei talebani.  

 Spari dei talebani ad Asadabad e Jalalabad: vittime 

Sono almeno quattro i morti ad Asadabad – nell’est dell’Afghanistan, vicino al confine con il Pakistan – dove i talebani hanno sparato questa mattina contro la gente durante le celebrazioni annuali dell’indipendenza del Paese. Lo riporta il quotidiano online The National. Non è chiaro ancora se i decessi sian ostati provocati dai proiettili dei fondamentalisti o dal fuggi fuggi causato dagli spari. “Centinaia di persone sono uscite in strada”, ha riferito da Asadabad il testimone di Reuters Mohammed Salim, “diverse persone sono rimaste uccise e ferite nella calca e negli spari da parte dei talebani”. Almeno due persone, un uomo e un ragazzo, sono rimaste ferite oggi a Jalalabad (est dell’Afghanistan) quando i talebani hanno sparato sulla folla che sventolava la bandiera nazionale in occasione delle celebrazioni dell’indipendenza del Paese. Lo riporta Al Jazeera, riferendo inoltre che a Khost (sud) i fondamentalisti hanno imposto il coprifuoco per impedire alla popolazione di protestare contro di loro.  Il 19 agosto, l’Afghanistan celebra la sua indipendenza del 1919 dal controllo britannico. Ieri, i talebani avevano già aperto il fuoco sui manifestanti che sventolavano il tricolore a Jalalabad, uccidendo tre persone. Il vice presidente Amrullah Saleh, che sta cercando di mettere in piedi un’opposizione ai talebani, ha espresso sostegno ai manifestanti col tricolore nazionale .

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Caccia ai “collaborazionisti”

Un documento delle Nazioni Unite avverte che i talebani stanno intensificando la caccia a tutte le persone che hanno lavorato e collaborato con la Nato e le forze statunitensi. Il documento riservato, prodotto dal Norwegian Center for Global Analyses che fornisce all’Onu informazioni di intelligence, afferma: “I talebani stanno arrestando e/o minacciando di uccidere o arrestare i familiari di individui mirati, a meno che non si arrendano ai talebani”. Lo ha riferito la Bbc. 

Inoltre, il documento rileva che le persone particolarmente a rischio sono quelle con incarichi nell’esercito, nella polizia e nelle unità investigative. “I talebani hanno condotto una mappatura anticipata degli individui, prima di prendere il controllo di tutte le principali città”, si legge. I militanti, inoltre, secondo le informazioni stanno effettuando controlli alla ricerca di individui, mentre consentono l’evacuazione di personale straniero dall’aeroporto di Kabul, ma la situazione rimane “caotica”. Secondo il rapporto, i talebani stanno reclutando nuove reti di informatori per collaborare con il futuro regime. 

Il ponte aereo. Continua la fuga da Kabul.

 E’ atterrato all’aeroporto di Fiumicino il Boing KC 767 con a bordo 203 persone da Kabul. All’interno dell’aereo anche l’attivista Zhara Ahmadi e personale della fondazione Veronesi. Questa mattina è decollato da Kabul un C130 dell’Aeronautica Militare che ha evacuato 99 cittadini afghani. Nella notte un altro velivolo C130 era decollato da Kabul con a bordo 95 persone. Tutti saranno trasportati con i KC767 in Italia. Finora evacuate oltre 8.500 persone da Kabul Oltre 8.500 persone sono state evacuate dall’Afghanistan attraverso l’aeroporto di Kabul da domenica scorsa, giorno in cui i talebani hanno preso il controllo del Paese: lo riporta la Bbc sul suo sito.   Finora, gli Stati Uniti hanno trasportato il maggior numero di persone: oltre 5.200, di cui 2.000 nelle ultime 24 ore. Seguono il Regno Unito con 1.200 persone (inclusi cittadini afghani) e la Germania con 900 persone (inclusi 100 afghani). 12 i morti all’aeroporto nella calca da domenica Sono 12 le persone che sono morte all’aeroporto di Kabul da domenica, quando lo scalo è stato preso d’assalto da afgani e stranieri terrorizzati per l’entrata dei talebani nella capitale. Lo hanno riferito a Skynews sia i talebani che fonti Nato

Biden si giustifica

“Non c’era modo di evitare il caos” Nella prima intervista tv, sulla Abc, dopo quanto accaduto il presidente americano continua a difendere la sua scelta,anche se per la prima volta ammette: “Non c’era modo di ritirare l e truppe Usa dall’Afghanistan senza che ne seguisse il caos”. Joe Biden ha negato che i consiglieri militari gli abbiano detto di mantenere le truppe in Afghanistan e ha ribadito che lui le avrebbe ritirate anche senza il precedente accordo di Donald Trump con i talebani.  I talebani devono decidere se vogliono essere riconosciuti dalla comunità internazionale ,ha detto Joe Biden, affermando tuttavia di non pensare che abbiano cambiato le loro convinzioni fondamentali. “Credo che stiano attraversando una sorta di crisi esistenziale: vogliono essere riconosciuti dalla comunità internazionale come governo legittimo? Non sono sicuro che lo vogliano”, ha spiegato, sottolineando che gli ‘studenti’ afghani sembrano più fedeli alle loro idee.  I talebani devono confrontarsi con la sfida se sono in grado di provvedere agli afghani, ha aggiunto il presidente Usa, sollevando il problema del cibo, delle entrate per gestire l’economia, della capacità di tenere unita la società “cui dicono di tenere molto”.  Il presidente ha ribadito che manterrà una pressione economica e diplomatica, senza l’uso di forza militare, per garantire i diritti delle donne.  

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“L’Italia lavora a vertice G20 straordinario”

 L’Italia, presidente di turno del G20, sta lavorando alla possibilità di convocare una riunione straordinaria dei leader delle 20 grandi potenze sull’Afghanistan. Lo confermano fonti di palazzo Chigi, precisando che è ancora prematuro parlare di date. Tuttavia il summit potrebbe tenersi già a settembre, prima del vertice dei leader del G20 in agenda per il 30 e il 31 ottobre. Due giorni fa, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha indicato il G20 come sede naturale del dialogo sul futuro dell’Afghanistan: “il futuro per l’Italia è  fatto di difesa dei diritti fondamentali, di difesa dei diritti delle donne, di protezione di tutti coloro che si sono esposti in questi anni nella difesa di questi diritti in Afghanistan – ha detto Draghi – questo deve essere perseguito in tutti i contesti possibili. Certamente in questa grande opera di collaborazione mondiale entreranno Stati come la Cina, la Russia, l’Arabia Saudita, la Turchia – ha aggiunto il premier – e tutti questi Stati sono membri del G20. Quindi il G20 offre naturalmente una sede dove poter avviare questa opera di collaborazione”. “Quest’anno come presidenza del G20 noi siamo pienamente impegnati nel predisporre, nel costruire, una sede appropriata per questa collaborazione”, aveva detto Draghi. 

Domani riunione virtuale ministri Esteri Nato 

Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha convocato per venerdì 20 agosto una riunione dei ministri degli Esteri dell’Alleanza Atlantica per fare il punto sull’Afghanistan. Il vertice, spiega Stoltenberg su Twitter, si terrà in modalità virtuale. L’obiettivo, aggiunge, è “proseguire il nostro stretto coordinamento e discutere l’approccio comune” per il Paese dove “la situazione è estremamente grave e imprevedibile”. “Coloro che hanno preso il potere (i talebani, ndr) hanno la responsabilità di assicurare che i terroristi internazionali non riprendano piede”, continua Stoltenberg avvertendo che “gli alleati hanno la capacità di vigilare e di rispondere”. 

 Mosca: Ue provi a ostacolare nostra influenza

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 La dichiarazione del capo della politica estera dell’Ue Josep Borrell, che ha detto che l’Ue non dovrebbe permettere a Russia e Cina di influenzare l’Afghanistan, è “sorprendente”. Lo ha affermato il vice ministro degli esteri russo Alexander Grushko. “Questa è l’ennesima dimostrazione di ‘realismo’ nella valutazione degli eventi incorso”, ha aggiunto. Commentando l’osservazione di Borrell che l’Unione Europea non dovrebbe permettere alla Russia e alla Cina di influenzare l’Afghanistan, Grushko ha detto: “Che cerchino di ostacolarlo”. Lo riporta Interfax. Russia.

Dalla diplomazia alla battaglia

“I talebani ancora non controllano ancora tutto il territorio afghano” e il vice presidente del deposto governo afghano, Amrullah Saleh, e Ahmad Massoud, stanno organizzando la resistenza ai talebani nella valle del Panshir. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, in conferenza stampa al termine dei suoi colloqui a Mosca con l’omologa libica. Lo riporta l’agenzia Ria Novosti.    Mosca, ha ribadito il capo della diplomazia russa – che il 26 e il 27 agosto sarà a Roma per incontrare il presidente del Consiglio Mario Draghi e il ministro degli Esteri Luigi di Maio – , sostiene la necessità di “un’urgente transizione verso un dialogo nazionale in Afghanistan, con la partecipazione di tutte le forze contrapposte”. 

Cina: talebani più sobri e razionali rispetto al passato.

 I talebani sono “più sobri e razionali” rispetto all’ultima volta in cui sono saliti al potere in Afghanistan e la Cina spera che diano seguito al “loro atteggiamento positivo” costruendo “un sistema politico adeguato” alla situazione. La portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying, nella conferenza stampa quotidiana, ha osservato che “alcune persone hanno ripetutamente sottolineato la loro sfiducia nei confronti dei talebani, ma quello che voglio dire qui è che nulla al mondo può stare fermo”. A tal proposito, ha notato Hua, “preferisco guardare le cose dialetticamente, vedere il passato e il presente, le parole e le azioni”.

La dichiarazione di Ghani dagli Emirati 

L’ex presidente afghano Ashraf Ghani  ha rilasciato una dichiarazione nella serata di mercoledì: “Sono negli Emirati, tornerò presto, in corso consultazioni per il mio ritorno”. Sono “senza fondamento” le accuse secondo cui avrebbe lasciato il Paese portando via con sé decine di milioni di dollari ha detto Ghani in un video messaggio alla nazione dopo la conferma del suo arrivo negli Emirati, assicurando di aver lasciato il Paese “a mani vuote”. “Sono stato costretto a lasciare l’Afghanistan”, era l’unico modo per evitare uno spargimento di sangue e che “Kabul diventasse un nuovo Yemen o una nuova Siria” ha aggiunto secondo quanto riporta al-Jazeera. Ha aggiunto di aver lasciato il Paese perché costretto dalla sua sicurezza, lasciando le proprie proprietà e “documenti confidenziali”.   

E soprattutto quei bimbi lanciati da madri disperate oltre il filo spinato. 

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