Disarmo nucleare: i parlamentari italiani non perdano anche questa occasione
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Disarmo nucleare: i parlamentari italiani non perdano anche questa occasione

Continua la mobilitazione a sostegno del Trattato di proibizione delle armi nucleari TPNW promossa da Rete Italiana Pace e Disarmo e dalla campagna Senzatomica

Disarmo nucleare
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

6 Novembre 2021 - 18.30


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Parlamentari della Repubblica italiana, non perdete anche questa occasione per dimostrare che avete a cuore un mondo senza più armi nucleari.

Un appello da ascoltare

“Italia, ripensaci” – la mobilitazione a sostegno del Trattato di proibizione delle armi nucleari TPNW promossa da Rete Italiana Pace e Disarmo e dalla campagna Senzatomica, – ha scritto a tutti i parlamentari per sollecitare passi concreti in favore del disarmo nucleare. Al centro delle richieste l’adesione all’ICAN Parliamentary Pledge, la presentazione e discussione di un documento parlamentare e la richiesta al Governo affinché l’Italia partecipi come Stato osservatore alla prima Conferenza degli Stati parte del TPNW di Vienna.

Attualmente – rimarcano le due organizzazioni “disarmiste” in una nota congiunta –  si contano oltre 13.000 testate in tutto il mondo, di cui 2.000 in stato di massima allerta operativa, cioè pronte all’uso. Questa evidenza spinge anche la società civile italiana a lavorare “insieme agli/alle hibakusha – i sopravvissuti e le sopravvissute di Hiroshima e Nagasaki nonché tutte le persone che hanno subìto le conseguenze dei test nucleariper evitare l’uso futuro di queste armi mettendole al bando con lobiettivo del loro smantellamento totale e la messa in atto di un sistema fondato su strumenti di verifica e controllo internazionali”.

L’87% degli italiani è favorevole all’adesione dell’Italia al TPNW e un rimarchevole 74% vuole inoltre che le testate nucleari statunitensi attualmente presenti in Italia vengano rimosse dal nostro territorio.

“Ai membri del Parlamento italiano – prosegue la nota – è stata proposta e richiesta l’adesione all’Appello indirizzato ai Parlamentari di tutto il mondo da parte della Campagna ICAN: durante la XVII legislatura oltre 240 eletti avevano aderito all’ICAN Parliamentary Pledge; è ora giunto il momento che anche deputati e senatori della XVIII legislatura facciano sentire la propria voce. Il passo successivo riguarderà la presentazione di un documento parlamentare che riprenda la Mozione – la prima di un Parlamento di un Paese NATO – approvata alla Camera dei Deputati nel settembre 2017 e che già impegnava il Governo a “continuare a perseguire l’obiettivo di un mondo privo di armi nucleari, attraverso un approccio progressivo e inclusivo al disarmo, […] valutando in questo contesto, […] la possibilità di aderire al trattato giuridicamente vincolante per vietare le armi nucleari, che porti alla loro totale eliminazione”.

Nell’ottica di “Italia, ripensaci” tutto ciò dovrebbe poi anche tradursi nel concreto e fattivo sostegno alla richiesta che il Governo italiano possa partecipare come “osservatore” (pur non avendo ancora né firmato né ratificato il Trattato) alla prima Conferenza degli Stati parte del TPNW che si svolgerà a Vienna nel marzo del 2022. Recentemente anche il nuovo governo della Norvegia, Stato membro della NATO, ha confermato l’intenzione e la disponibilità ad effettuare un tale passo. Alla Conferenza di Vienna troveranno spazio anche iniziative della società civile, oltre che momenti di confronto con rappresentanti dei Parlamenti e degli Enti Locali anche italiani (ricordiamo che sono ormai centinaia i Comuni e le Province che nel corso degli ultimi anni hanno approvato documenti e mozioni a sostegno del TPNW e dei percorsi di disarmo nucleare).

Una mobilitazione diffusa  – annunciano Ripd e Senzatomica – che aumenterà in maniera decisiva se saranno numerosi i deputati e senatori che la sosterranno attraverso l’adesione all’ICAN Parliamentary Pledge e se i due rami del Parlamento si esprimeranno con Mozioni o Risoluzioni in favore del disarmo nucleare che esprimano aperture alla partecipazione italiana al percorso del TPNW. 

Un sondaggio illuminante

Un sondaggio diffuso in occasione dell’entrata in vigore del TPNW da ICAN e dai suoi partner dimostra come la maggioranza della popolazione italiana e di altri cinque Stati membri della NATO rifiuta in modo schiacciante la presenza di armi nucleari statunitensi sul proprio territorio e sostiene il Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari.

La rilevazione statistica (condotta da YouGov su un campione di oltre 1.000 persone nel novembre 2020) ha riscontrato come l’87% degli italiani sia favorevole all’adesione dell’Italia al TPNW (+17% rispetto ad un sondaggio simile del 2019) mentre l’attuale posizione del Governo contro il Trattato sia sostenuta solo dal 5%. Anche dopo esser stati informati delle forti pressioni da parte di alcuni alleati NATO contro il TPNW, il 76% ha confermato di volere un Governo che mostri una leadership positiva diventando uno dei prossimi aderenti. La maggioranza degli italiani intervistati (56%) non sapeva o non era sicura della presenza di armi nucleari statunitensi sul proprio territorio e che l’Italia potrebbe eventualmente partecipare ad un attacco nucleare deciso da Stati Uniti e NATO. Nonostante questo, una volta informato della presenza come parte della missione di “Nuclear Sharing” della NATO, un rimarchevole 74% (+14% rispetto al 2019) vuole che le armi nucleari statunitensi vengano rimosse. Solo il 16% degli intervistati sostiene l’acquisto da parte dell’Italia degli F-35 come cacciabombardieri da combattimento in grado di svolgere una missione nucleare.

Quel Manifesto da “incorniciare”

Poco prima della sua morte, Albert Einstein si unì al filosofo matematico Bertrand Russell e ad altri eminenti scienziati per scrivere un accorato appello per un mondo libero dalle armi nucleari, il Manifesto Russell-Einstein.

Il Manifesto si rivolge a tutti gli esseri umani, senza distinzione e chiama a raccolta gli scienziati per discutere le conseguenze delle armi di distruzione di massa nel mondo. La presenza delle armi nucleari è catastrofica e tutti gli Stati dovrebbero bandirle. Sarà dunque necessario un accordo tra Stati per rinunciare alle armi nucleari e agire insieme per promuovere la pace: finché vi saranno conflitti, ci sarà sempre l’incentivo a fabbricare armi nucleari.

Il Manifesto si conclude invitando il congresso, gli scienziati/e di tutto il mondo e le persone comuni a sottoscrivere la risoluzione che invita tutti “i governi del mondo a rendersi conto, e a dichiararlo pubblicamente, che il loro scopo non può essere ottenuto con una guerra mondiale” e a trovare “di conseguenza i mezzi pacifici per la soluzione di tutti i loro motivi di contesa.” Sulla base del Manifesto, nel 1957 Joseph Rotblat, Bertrand Russell e altri hanno creato le Conferenze Pugwash sulla scienza e gli affari mondiali, premio Nobel per la Pace (1995), un’organizzazione internazionale di studiosi e personaggi pubblici che lavorano per l’abolizione delle armi nucleari e per promuovere risoluzioni pacifiche dei conflitti.

Oggi, le lancette dell’Orologio dell’apocalisse, l’orologio simbolico creato dagli scienziati del Bulletin of the Atomic Scientists nel 1947 che simboleggia l’urgenza di agire rispetto all’esistenza di armi nucleari capaci di mettere fine alla specie umana, sono ferme a 100 secondi alla mezzanotte; non siamo mai stati così vicini alla fine del mondo.

Secondo un recente report pubblicato da ICAN, nel 2020, nel pieno dell’emergenza sanitaria scaturita dalla pandemia gli stati possessori di armi nucleari hanno continuato a spendere enormi somme di denaro per le loro agende nucleari, arrivando alla terrificante cifra totale di 72,6 miliardi di dollari. Tuttora non siamo arrivati a decidere se considerare l’utilizzo stesso delle bombe come vantaggioso oppure un crimine contro l’umanità.

Eppure, le donne e gli uomini hibakusha (i sopravvissuti alla bomba atomica e ai test nucleari) ci riportano instancabilmente alla realtà, ricordando l’effettiva entità delle armi nucleari: un’arma di distruzione di massa, progettata per distruggere gli esseri umani in un istante.

Un mondo libero dalle armi nucleari è possibile, e il Manifesto Russell – Einstein afferma l’unica condizione necessaria affinché diventi realtà: Come esseri umani ci rivolgiamo agli esseri umani: ricordate la vostra umanità e dimenticate il resto.”

E tra questi esseri umani chiamati a ricordare la loro umanità, ci sono anche i deputati e senatori della Repubblica italiana.

Globalist ricorda loro l’Articolo 11 della Costituzione, che recita come segue: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità  con gli altri Stati, alle  limitazioni  di sovranità  necessarie ad un ordinamento che  assicuri  la  pace  e  la  giustizia  fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.

Dire no alle armi nucleare è anche rispettare i dettami della nostra Costituzione, repubblicana e antifascista. 

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