Dopo l'ideologo, il capo staff: il "cerchio magico" di Trump affonda nel golpe fallito
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Dopo l'ideologo, il capo staff: il "cerchio magico" di Trump affonda nel golpe fallito

La Camera Usa ha votato, con 222 sì e 208 no, perché l'ex capo dello staff della Casa Bianca, Mark Meadows, sia perseguito per mancata collaborazione con la commissione che indaga sull'assalto del 6 gennaio al Campidoglio.

Dopo l'ideologo, il capo staff: il "cerchio magico" di Trump affonda nel golpe fallito
L'assalto a Capitol Hill
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

15 Dicembre 2021 - 19.17


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Dopo l’ideologo suprematista, il capo dello staff. Il “cerchio magico” di Donald Trump è sempre più invischiato nel fallito golpe di Capitol Hill.

Sotto accusa

La Camera Usa ha votato, con 222 sì e 208 no, perché l’ex capo dello staff della Casa Bianca, Mark Meadows, sia perseguito per mancata collaborazione con la commissione che indaga sull’assalto del 6 gennaio al Campidoglio. E’ la seconda volta che la commissione agisce per punire per oltraggio un testimone che ha sfidato un mandato di comparizione, come già accaduto per l’ex stratega di Donald Trump, Steve Bannon. “La storia sarà scritta su questi tempi, sul lavoro che questo comitato ha intrapreso”, ha detto il deputato Bennie Thompson, presidente della commissione, “e la storia non considererà nessuno di voi come un martire, come una vittima”. Il voto della Camera invia la questione alministero della Giustizia, dove ora spetterà ai pubblici ministeri decidere se presentare il caso a un gran giurì per eventuali accuse penali. Se condannati, Bannon e Meadows rischiano ciascuno fino a un anno di carcere per ogni accusa.

Quella lunga scia suprematista

“Una chiara linea di violenza e antisemitismo si estende da Charlottesville al Campidoglio, dall’agosto 2017 al gennaio 2021. Questa linea è la cosa più importante che la storia registrerà sulla presidenza di Donald Trump”. A scriverlo su Haaretz è Amir Tibon, profondo conoscitore dell’arcipelago suprematista bianco americano. Vale la pena leggere le sue considerazioni a commento della notte della democrazia in America, quella dell’assalto a Capitol Hill, una battaglia provocata dagli “ariani” di Trump che ha provocato quattro morti e una ferita nel cuore degli Usa difficile da rimarginare per il neo eletto presidente Joe Biden. Perché quello che è andato in scena ieri a Washington (e replicato in Georgia) non è il gesto disperato, criminale, di un manipolo di folli suprematisti, ma un vero e proprio atto insurrezionale. 

Lo sdoganatore dei neonazisti, le SS dell’”America first”

“Il presidente Donald Trump è rimasto in silenzio per diverse lunghe ore, mentre violenti teppisti hanno marciato dal suo raduno davanti alla Casa Bianca verso il Campidoglio degli Stati Uniti e hanno preso d’assalto le sale del Congresso, minacciando l’incolumità di legislatori e poliziotti, sparando colpi di pistola nei corridoi più sacri della democrazia americana e costringendo a fermarsi nel processo di certificazione della vittoria di Joe Biden all’Electoral College – scrive Tibon -.  Quando finalmente ha rilasciato una dichiarazione video, ore dopo l’assedio al Congresso, si è trattato di un breve messaggio scritto in cui ripeteva le sue bugie su un’elezione che gli era stata presumibilmente ‘rubata’, e chiedeva gentilmente alla folla di ‘andare a casa in pace’. Se per caso qualche giornalista fosse riuscito in qualche modo a mettere un microfono davanti a Trump durante quelle lunghe ore di silenzio, possiamo facilmente supporre cosa avrebbe detto il presidente uscente. ‘In quel gruppo c’erano delle persone molto cattive’, direbbe Trump, riferendosi ai suoi sostenitori estremisti che hanno marciato con le bandiere confederate in Senato. ‘Ma c’erano anche persone che erano persone molto belle. Da entrambe le parti’. Trump ha avuto molti fallimenti, e anche alcuni successi, durante i suoi quattro anni da presidente. Ma la sua eredità verrà alla fine definita da due eventi, uno che si è verificato all’inizio del suo primo anno di presidenza, e uno che si è verificato proprio ora, due settimane prima della fine della sua presidenza. Il primo evento che sarà per sempre associato a Trump è il violento raduno di estrema destra a Charlottesville, in Virginia, nell’estate del 2017, che ha fatto sì che Trump facesse il commento dei famigerati ‘personaggi molto belli da entrambe le parti’

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Tutto nasce a Charlottesville

“Quell’evento lo ha reso il primo, e si spera l’ultimo, presidente americano a legittimare e lodare i neonazisti che terrorizzavano i cittadini di una città americana – prosegue Tibon -. Il secondo evento è quello che è successo mercoledì, quando i suoi sostenitori più cerebrolesi e cospiratori hanno cercato – e per un breve periodo ci sono riusciti – di fermare con forza un dibattito al Congresso sui risultati delle elezioni presidenziali. Trump non ha solo ispirato questo attacco al Congresso condividendo, giorno dopo giorno negli ultimi due mesi, false teorie cospiratorie sulle elezioni. Ha letteralmente detto ai suoi sostenitori, che si sono riuniti per una manifestazione fuori dalla Casa Bianca mercoledì scorso, che devono marciare sul Congresso. Non a caso, hanno fatto irruzione nell’edificio nello stesso momento in cui i media statunitensi hanno svelato una lettera del vicepresidente Mike Pence, in cui rifiutava la richiesta illegale di Trump di buttar via i voti validi del Collegio Elettorale che erano stati espressi per Biden. I sostenitori di Trump si sono resi conto che il loro eroe aveva perso la sua ultima possibilità legale di ribaltare i risultati delle elezioni e sono passati ad azioni illegali. Trump non li ha denunciati per questo; al contrario, ha detto loro ‘vi amiamo’ e ha dato la colpa alla violenza ‘dall’altra parte’, che ora include non solo Biden e il Partito democratico, ma anche governatori repubblicani, funzionari elettorali, senatori e membri del Congresso che si sono rifiutati di partecipare al suo attacco alla democrazia. Il grido di battaglia del raduno di estrema destra di Charlottesville era ‘Gli ebrei non ci sostituiranno’, e tre anni dopo, è ancora un messaggio che prospera sotto la superficie del movimento di culto di Trump. Appena poche ore prima che i teppisti di Trump irrompessero in Campidoglio, la Georgia aveva eletto il suo primo senatore ebreo, spianando la strada all’elezione del primo ebreo americano a Speaker del Senato ,il tutto nello stesso giorno in cui Biden ha annunciato  l’intenzione di nominare un giudice ebreo di spicco, Merrick Garland, come suo procuratore generale. Per coloro che parlano in termini antisemitici come ‘globalisti e diffondono folli teorie cospirative che includono elementi antisemitici, non ci saranno compromessi mentre combattono per preservare il loro uomo al potere’. Quando dicono che gli ebrei non li sostituiranno, lo intendono,   letteralmente. E sanno che nel suo cuore, Donald Trump è con loro, non importa quante volte i suoi parenti ebrei affermeranno il contrario”. 

Radiografia dei gruppi dell’odio

A luglio scorso il direttore della polizia federale, Christopher Wray, ha assicurato che erano state aperte 850 inchieste per “terrorismo interno” e che i suoi agenti avevano effettuato cento arresti.

Di questo universo impastato di odio antisemita fa parte John Earnest, il diciannovenne autore dell’attacco, il 28 aprile 2019, alla sinagoga di Poway, nella contea di San Diego, California, che ha provocato un morto e tre feriti. Come i suoi “eroi” anche Earnest ha postato prima dell’attacco il suo “manifesto”. 

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Il manifesto di Earnest è zeppo di dichiarazioni d’odio contro ebrei, musulmani, africano-americani, ispanici, immigrati e femministe, così come altri gruppi e minoranze. Ogni ebreo è responsabile del genocidio meticolosamente pianificato della razza europea, delira il diciannovenne terrorista. Earnest ripropone anche la teoria, molto popolare negli ambienti di estrema destra americani, del “complotto giudaico”, e cioè del piano pilotato dagli ebrei di “sostituire” americani bianchi con immigrati provenienti da altri paesi. Nel documento, scrive il Washington Post, Earnest rivendica di aver dato fuoco a una moschea nella località californiana di Escondido, a poche miglia dalla sinagoga in cui è avvenuta la sparatoria. Gli estremisti del white power si passano il testimone, indicano a chi li vuole seguire cosa fare. 

Gli attentatori suprematisti amano l’esibizione mediatica, agiscono rivolgendosi sempre a un’audience a un pubblico che credono ricettivo alle loro idee, hanno sempre contatti con gruppi più o meno radicali. E a quel mondo appartiene anche Christopher Paul Hasson, 49 anni, tenente della Guardia costiera americana, arrestato nella cittadina di Silver Spring in Maryland con la grave accusa di terrorismo interno. A fermarlo l’Fbi e i servizi investigativi della Guardia costiera dopo che un’indagine federale aveva portato alla luce un piano criminale per un attacco terroristico su larga scala contro civili e personaggi noti. Nel mirino anche una lista di giornalisti e politici democratici. 

La rete del terrore cresce

Tra le personalità della lista vi erano la Speaker, riconfermata,  della Camera Nancy Pelosi, il leader dell’opposizione democratica al Senato Chuck Schumer, la deputata newyorkese Alexandria Ocasio-Cortez, ma anche i giornalisti della Cnn Don Lemon e Chris Cuomo e della MsnbcChris Hayes e Joe Scarborough. Nell’abitazione di Hasson, non distante da Washington, gli inquirenti hanno ritrovato una consistente scorta di quindici armi da fuoco e migliaia di munizioni, ma anche steroidi e ormoni. Rinvenuti nel suo computer lettere e documenti impregnati di odio e piani omicidi.

Nella cronologia delle sue ricerche in rete c’erano “il miglior posto a Washington per vedere persone del Congresso” o anche “i giudici della Corte Suprema hanno la scorta?”. L’uomo, che si è autodefinito un nazionalista bianco e filo-russo, era ossessionato da neofascismo e neonazismo. Hasson aveva anche studiato il manifesto di Anders Behring Breivik, il suprematista norvegese di cui era un ammiratore e che nel 2011 uccise 77 persone. Secondo la documentazione raccolta dalle forze dell’ordine e depositata al tribunale distrettuale del Maryland, l’obiettivo finale era quello di “stabilire una patria bianca”. 

Attualmente sono 1124 i gruppi razzisti che sostengono idee come la supremazia bianca basata sulla teorica superiorità di questa razza su africano-americani, ispanici, arabi o ebrei. Queste credenze, basate sull’odio, hanno fondamenta politiche e sociali che a volte partono da una base religiosa spesso legata al cristianesimo fondamentalista. Nel biennio 2018-2019 secondo i dati americani, il sessanta-settanta per cento degli omicidi di stampo politico, ideologico o religioso sono stati messi in atto da suprematisti bianchi o da gruppi di estrema destra, neonazisti. E sono largamente superiori a quelli commessi dagli estremisti islamici.

È stato stimato che un numero tra le 150mila e le 200mila persone s’iscrivono a pubblicazioni razziste, partecipano alle loro marce e manifestazioni e donano denaro. Circa centocinquanta programmi radiofonici e televisivi indipendenti sono trasmessi settimanalmente e raggiungono centinaia di migliaia di simpatizzanti.

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Saint Tarrant, il nuovo cavaliere crociato che “pulisce il mondo dalla feccia musulmana”. Ma anche James Mason, un membro del partito neonazista americano che idolatrava Hitler e Charles Manson, ispiratore del gruppo Atomwaffen, sospettato di diversi omicidi. O ancora il norvegese Andres Breivik, autore della strage di Utoya, o lo youtuber da 53 milioni di follower PewDiePie, accusato di antisemitismo. Sono questi gli eroi dei lupi solitari di destra che si radicalizzano in rete, nei canali come 8chan trovano manifesti preconfezionati per motivare le loro azioni e sul deep web comprano armi, abbigliamento militare per entrare in azione, magari utilizzando bitcoin per evitare di essere rintracciati o per finanziare le loro ricerche “sul campo”.

Negli Usa, i suprematisti bianchi sono cresciuti di numero dopo le presidenziali del 2016. Alcuni appartengono al gruppo Vanguard America, usano slogan razzisti, iconografie connesse a simboli del passato e ora sulla loro divisa, polo bianca e pantaloni kaki, molti hanno aggiunto il cappellino rosso con la scritta “Make America Great Again”, motto della campagna elettorale di Trump. Un’immagine che ha creato imbarazzo per la Casa Bianca.

Altro gruppo in crescita è quello dei Proud Boys, in prima linea nelle manifestazioni violente di queste settimane. E’ il gruppo che più si è impegnato nell’organizzare la guerriglia di Washington e l’attacco a Capitol Hill. 

All’interno del movimento bianco suprematista, i gruppi neonazisti hanno registrato la crescita maggiore, aumentando del 22 per cento. I gruppi anti-musulmani sono saliti per un terzo anno consecutivo. In South Carolina, ad esempio, secondo il Southern Poverty Law Center, operano almeno diciannove “hate groups”, cioè i gruppi che fanno dell’odio la propria cifra. Tra quelli che operano attivamente sono compresi: neonazisti, miliziani del Ku Klux Klan, nazionalisti bianchi, neoconfederati, teste rasate di taglio razzista, vigilanti frontalieri. I gruppi neonazi nel 2008 erano 159, otto anni dopo sono saliti a 1384. Tra i più attivi: American Front, American Guard, Hammerskins, National Alliance, National Socialist American Labor Party, National Socialist Vanguard, Nsdap/Ao, White Aryan resistance. Un altro gruppo suprematista bianco, neonazista e neofascista in ascesa è il Patriot Front, nato da una scissione di una sigla analoga, Vanguard America, dopo il raduno suprematista “Unite the right” del 2017 a Charlottesville, in Virginia. Durante l’evento, un neonazista lanciò la sua auto su contro-manifestanti uccidendo una giovane donna.

Il suprematismo bianco viaggia anche sul web. Un recente studio del Simon Wiesenthal Center ha identificato più di dodicimila gruppi di odio xenofobo e antisemita sul web. La League of the South sul proprio sito avverte: “Se ci chiamerete razzisti, la nostra risposta sarà: e allora?”. 

Ecco chi sono i miliziani di Trump. Hanno assaltato Capitol Hill perché in odio non hanno il neo presidente democratico. Il loro odio è contro tutto ciò che è democrazia, i suoi simboli, le sue istituzioni. Odiano gli ebrei, schifano i musulmani, considerano i latinos dei subumani, si considerano gli ariani di America. Come le SS di Hitler. Da “Sieg Heil a “Stop the Steal”.

Pronti a tutto. Anche a un golpe.

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