Solo pressione psicologica o pericolo reale?
È cominciata in Bielorussia l’esercitazione militare russo-bielorussa Union Resolve 2022: lo ha reso noto il ministero della Difesa a Mosca.
L’obiettivo delle manovre militari, si legge nella nota, è “esercitarsi a scongiurare e respingere l’aggressione esterna attraverso un’operazione difensiva”, e anche “combattere il terrorismo e difendere gli interessi dello Stato dell’Unione”.
Saranno dieci giorni di esercitazioni militari congiunte che segnano, secondo la Nato, il più grande dispiegamento russo nell’ex repubblica sovietica dalla Guerra Fredda. Anche per la Casa bianca le esercitazioni sono un’escalation rispetto alla crisi ucraina.
La Russia ha ripetutamente smentito l’intenzione di voler invadere l’Ucraina e anche rispetto a queste esercitazioni ha ripetuto ancora lunedì che ritirerà i militari dal territorio bielorusso non appena finite le manovre. Si prevede che saranno circa 30mila i soldati russi che vi prenderanno parte.
Nella nota Mosca ha ricordato che le manovre coinvolgono i centri di comando e le unità militari del distretto militare orientale russo, che si sono ridistribuiti in Bielorussia, in un’area di circa 10.000 chilometri, oltre alle forze armate bielorusse. Le manovre, aggiunge il ministero, “si concentreranno sul rafforzamento delle difese dei confini dello Stato per impedire qualsiasi penetrazione di gruppi militanti armati, per chiudere i canali di contrabbando di armi e munizioni e cercare, bloccare e neutralizzare finte formazioni armate nemiche e gruppi di sabotaggio e ricognizione”.
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha definito le esercitazioni militari avviate dalla Russia in Bielorussia come un elemento di “pressione psicologica”.
“L’ammassarsi di forze al confine è pressione psicologica da parte dei nostri vicini”, ha fatto presente Zelensky in una nota. “Oggi abbiamo sufficienti truppe – ha aggiunto – per difendere in maniera onorevole il nostro Paese”.