La resistenza di Kiev, la disinformatia di Mosca: realtà e narrazione sul fronte ucraino
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La resistenza di Kiev, la disinformatia di Mosca: realtà e narrazione sul fronte ucraino

Il cerchio russo intorno a Kiev si stringe di ora in ora, e gli Usa temono che presto le truppe di Mosca prenderanno il controllo della capitale ucraina. Ma...

La resistenza di Kiev, la disinformatia di Mosca: realtà e narrazione sul fronte ucraino
Guerra in Ucraina
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

26 Febbraio 2022 - 14.32


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La resistenza di Kiev, la disinformatia di Mosca. Guerra sul campo e guerra mediatica. Tutto si tiene sul fronte Est. Il cerchio russo intorno a Kiev si stringe di ora in ora, e gli Usa temono che presto le truppe di Mosca prenderanno il controllo della capitale ucraina.

 Ma il presidente Zelensky respinge l’offerta americana di essere evacuato da Kiev: “Voglio munizioni, non un passaggio”. E spiega di aver sentito il presidente Ue, von der Leyen: “Stiamo combattendo per il futuro dell’Europa”. Intanto il Consiglio di sicurezza ucraino fa sapere che “stiamo fermando l’orda”. Il ministro degli esteri ucraino lancia un “appello al mondo: fermate i criminali di guerra russi”.

Cronaca di guerra 

Poche ore di calma hanno interrotto la battaglia di Kiev. Dall’alba il rumore delle armi è ripreso. Esplosioni e attacchi sono raccontati dall’agenzia Interfax che conferma i “combattimenti nelle strade” della capitale. Il governo ha esortato i residenti a rimanere nei rifugi e a non avvicinarsi a finestre o balconi. Secondo ‘The Kiev Independent’, ci sarebbero state circa 50 esplosioni e spari di mitragliatrici nei pressi dello zoo e nella zona di Beresteiska, la linea 1 della Metropolitana di Kiev. Un duro scontro che si è concluso con “l’ennesima vittoria sulle forze russe nella capitale: la 101/a brigata Ucraina ha distrutto una colonna russa formata da due auto, due camion con carri armati e un altro carro armato, neutralizzati vicino alla stazione”, scrivono i media ucraini. Non ci sono notizie certe su morti e feriti, a dare i primi numeri è stato il sindaco della capitale ucraina, Vitalij Klyčko, precisando che tra loro ci sono due bambini rimasti feriti negli scontri a Kiev. Intanto tutte le emittenti mostrano il video del razzo che ha colpito un edificio.

Kiev, “è sopravvissuta” a un’altra notte di attacchi, ma il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, lancia via Twitter un appello, chiedendo “al mondo di isolare completamente la Russia, espellere gli ambasciatori, imporre un embargo petrolifero, rovinare la sua economia. Fermate i criminali di guerra russi!”.

Nella notte le forze ucraine avevano già respinto un attacco da parte dei soldati russi senza fornire ulteriori dettagli sul luogo esatto dello scontro. Gli ucraini si sarebbero mobilitati da una delle loro posizioni su Victory Avenue, un’arteria principale di Kiev. Le truppe russe, invece, avrebbero conquistato la città di Melitopol nella regione meridionale di Zaporizhzhya, nel sud del Paese. Lo riferiscono le agenzie russe che citando il ministero della Difesa di Mosca.

Poche ore di calma hanno interrotto la battaglia di Kiev. Dall’alba il rumore delle armi è ripreso. Esplosioni e attacchi sono raccontati dall’agenzia Interfax che conferma i “combattimenti nelle strade” della capitale. Il governo ha esortato i residenti a rimanere nei rifugi e a non avvicinarsi a finestre o balconi. Secondo ‘The Kiev Independent’, ci sarebbero state circa 50 esplosioni e spari di mitragliatrici nei pressi dello zoo e nella zona di Beresteiska, la linea 1 della Metropolitana di Kiev. Un duro scontro che si è concluso con “l’ennesima vittoria sulle forze russe nella capitale: la 101/a brigata Ucraina ha distrutto una colonna russa formata da due auto, due camion con carri armati e un altro carro armato, neutralizzati vicino alla stazione”, scrivono i media ucraini. Non ci sono notizie certe su morti e feriti, a dare i primi numeri è stato il sindaco della capitale ucraina, Vitalij Klyčko, precisando che tra loro ci sono due bambini rimasti feriti negli scontri a Kiev. Intanto tutte le emittenti mostrano il video del razzo che ha colpito un edificio.

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Le radici della resistenza

Di grande interesse in proposito è l’analisi su La Repubblica di Gianluca Di Feo: “La resistenza ucraina  – rimarca Di Feo – sta crescendo di intensità. Non sembra una reazione organizzata dal vertice, perché i centri di “comando e controllo” della difesa di Kiev sono stati spazzati via dai missili cruise. C’è stata una sola risposta simbolica ai bombardamenti che vanno avanti da due giorni: il lancio di un missile tattico ucraino contro un aeroporto in Russia, nella zona di Rostov.

Quelle a pesare sul campo invece sono tante iniziative dei singoli reparti, con tattiche di guerriglia, che provocano danni significativi alle colonne russe: agguati improvvisi, usando le armi anti-tank fornite da americani e britannici. Non è ancora una lotta partigiana, perché a combattere sono unità militari e non civili. Ma potrebbe diventarlo presto: si moltiplicano gli appelli a usare le molotov e prendere le armi. Più passa il tempo, più queste imboscate possono rallentare la macchina bellica di Mosca che si sta dispiegando su un territorio troppo vasto per essere controllato. Kiev sostiene che mille soldati nemici siano già stati uccisi. Impossibile trovare conferme, ma il secondo giorno di guerra segna sicuramente un aumento di perdite russe.

Il comando di Kiev ha fatto saltare in aria tre ponti sul Dnepr per ostacolare i movimenti dei tank e indirizzarli verso le zone dove sono appostate le difese. Nei filmati girati con i telefonini si vedono soprattutto incursori russi che si inoltrano a piedi tra i condomini, forse per individuare i centri di resistenza e indirizzare l’azione dei blindati. Gli eserciti occidentali in queste ricognizioni usano piccoli droni, a Kiev invece non sono stati notati.

Uno degli epicentri della battaglia resta l’aeroporto di Hostomel, dove c’è la fabbrica dei cargo volanti Antonov. E’ a trenta chilometri dal centro. Lunedì i russi l’hanno occupato con uno sciame di elicotteri, che hanno fatto sbarcare le teste di cuoio. Poi c’è stato un contrattacco delle forze speciali ucraine che lo ha riconquistato nella notte: gli scontri sono stati molto duri e si parla di decine di morti. Nei dintorni si continua a sparare e anche questa mattina c’erano squadre russe che presidiavano i crocevia stradali: altri elicotteri sono stati filmati sulla pista di Hostomel ieri mattina. A Bucha, un sobborgo a nord della metropoli, hanno fatto irruzione i carri armati arrivati dalla Bielorussia attraversando la zona contaminata di Chernobyl. Vengono segnalati combattimenti pesanti. 

A preoccupare è soprattutto la caratteristica delle truppe russe che stanno convergendo verso la capitale. Sull’autostrada sono state fotografati i veicoli della Rosgvardia, la guardia nazionale creata da Putin e formata da pretoriani del Cremlino destinati a reprimere le rivolte e arrestare gli oppositori: in più immagini compaiono miliziani ceceni, i fedeli di Ramzam Kadyrov che hanno domato con ferocia la rivolta islamica….

La narrazione ad uso interno

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Ne dà conto Il Post. Quanto alla Russia “ Nella maggior parte dei casi televisioni, giornali e siti Internet hanno semplicemente riportato la propaganda di stato con cui il governo russo aveva giustificato l’invasione, sostenendo che quella in corso in Ucraina sia “un’operazione speciale” per difendere gli abitanti delle repubbliche autoproclamate del Donbass, Donetsk e Luhansk. Ci sono stati anche alcuni giornali che hanno parlato di un attacco ingiustificato e che hanno criticato il governo del presidente russo Vladimir Putin, ma si tratta di rarissimi casi isolati.

La libertà dei media in Russia è da tempo molto limitata, anche a 

A causa di una dura legge approvata nel 2019  che punisce quasi ogni forma di dissenso contro il governo. Nel caso della situazione in Ucraina la libertà di informare è ancora più ristretta: venerdì Roskomnadzor, l’agenzia regolatrice delle comunicazioni in Russia, ha pubblicato un avvertimento rivolto a tutti i media che si stanno occupando dell’invasione dell’Ucraina, dicendo che nelle ultime ore sono state diffuse molte “informazioni non verificate e inesatte” e che perciò dovrebbero utilizzare solo le fonti di informazione ufficiali russe” nel parlare della situazione, ovvero quelle governative.

Nel discorso con cui aveva annunciato l’operazione militare, Putin aveva detto che la Russia non intende occupare l’Ucraina ma che l’obiettivo è «difendere le persone che sono state vittime degli abusi e del genocidio del regime di Kiev. E faremo in modo di demilitarizzare e de-nazificare l’Ucraina». È il messaggio che molti media russi hanno trasmesso in questi giorni, a cominciare dal canale televisivo Russia 1, il principale canale della rete pubblica Vgtrk.

Il conduttore Yevgeny Popov ha annunciato l’inizio dell’operazione militare dicendo «L’invasione è iniziata, ma non è stato Putin a invadere l’Ucraina. È l’Ucraina che è entrata in guerra con la Russia e il Donbass». Più tardi nel corso di un programma televisivo che stava raccontando le prime ore dell’invasione, la presentatrice Olga Skabeyeva ha detto che l’operazione serviva a “liberare” la popolazione del Donbass «dopo otto anni di attesa in cui ha pagato con il sangue». Nel corso della trasmissione, mentre venivano mostrati video degli attacchi russi nell’Ucraina orientale, in sovrimpressione era scritto “La Russia non sta bombardando le città ucraine: Ministero della Difesa”.

Sempre su Russia 1 Dmitry Kiselev, uno dei giornalisti più noti del canale, nel suo programma ha paragonato ciò che stava accadendo nel Donbass alle atrocità commesse dalla Germania nazista nella Seconda guerra mondiale e ha difeso Putin per aver usato la parola genocidio per definire la situazione delle popolazioni di Donetsk e Luhansk. In Ucraina, ovviamente, non sta avvenendo né è avvenuto in questi anni nessun tipo di genocidio.

Anche su un altro canale televisivo pubblico, Pervyj Kanal (Primo Canale), l’invasione è stata raccontata come una liberazione degli abitanti del Donbass. Un inviato da Donetsk ha raccontato che per gli abitanti della zona l’invasione «è stata la migliore notizia degli ultimi anni di guerra» e che «ora hanno fiducia nel futuro e che una guerra durata anni finalmente finirà».

Le televisioni non hanno mostrato nessuna immagine degli attacchi russi compiuti in queste ore in varie città ucraine, in alcuni casi in zone abitate da civili. «Le strade sono tranquille e calme nella capitale ucraina», ha detto il conduttore di una trasmissione su Pervyj Kanal venerdì mattina, mostrando filmati realizzati nelle strade di Kiev. «Ed è un giorno normale anche a Kharkiv. […] Al contrario delle bugie dei media occidentali, noi vi stiamo mostrando esattamente qual è la situazione in questo momento nelle città ucraine», ha detto il presentatore.

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Non è stato molto diverso il comportamento dei giornali russi, che hanno nella maggior parte dei casi ripetuto fedelmente la posizione di Putin. Lo ha fatto Rossiyskaya Gazeta, quotidiano ufficiale del governo russo, come era prevedibile. In prima pagina venerdì ha pubblicato un articolo scritto dallo stesso Putin, in cui parla delle minacce dell’Occidente alla Russia e dice che i leader della Nato hanno infranto la loro promessa di non espandersi a est. Il sito di Komsomolskaya Pravda, uno dei tabloid più popolari della Russia, venerdì ha invece avuto per diverse ore in homepage un articolo in cui l’invasione dell’Ucraina viene definita «un’operazione speciale» e non una guerra, e in cui si accusa l’Occidente di esserne responsabile.

Tra le rare eccezioni sulla stampa russa c’è quella di Novaya Gazeta, quotidiano noto per la sua posizione critica nei confronti del governo. L’edizione di venerdì del giornale è stata pubblicata sia in lingua russa che ucraina, in solidarietà con il popolo ucraino. Il titolo scelto per la prima pagina è stato «La Russia bombarda l’Ucraina», e nel sottotitolo è stato scritto «Novaya Gazeta considera la guerra una follia, non vede il popolo ucraino come un nemico e la lingua ucraina come una lingua nemica». Un’altra voce critica piuttosto isolata è stata quella del quotidiano sportivo Sovetskij Sport, che venerdì ha pubblicato in prima pagina una grande scritta «Non è il momento per parlare di calcio», su sfondo nero.

Nel mirino dello Zar

“L’adesione della FinlandiaallaNatoavrebbegravi ripercussioni militari e politiche”. Le parole della portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, fanno suonare l’allarme nelle cancellerie per il timore di una nuova operazione dei militari di Putin. Non a caso, sia laSveziache laFinlandia, che non fanno parte del Patto Atlantico, hanno partecipato su invito del segretario generale, Jens Stoltenberg, all’ultimo vertice sulla situazione in Ucraina. Da parte di Helsinki non è mai stato espresso il desiderio di entrare a far parte dell’Alleanza, ma la crisi ucraina ha creato preoccupazioni anche nel Paese che, durante laGuerra Fredda, è riuscito a condividere un confine molto esteso con l’Unione Sovietica pur rimanendo sempre neutrale e mantenendo una forma di governo democratica.

Le parole di Zakharova sono un avvertimento legato proprio alla decisione di Finlandia e Svezia di prendere parte al vertice Nato: la Russia “non può non notare i persistenti tentativi della Nato” di allargarsi includendo Finlandia e Svezia, compiuti “in particolare dagli Usa”, ha dichiarato sottolineando che Mosca considera “un importante fattore della sicurezza la politica di non-allineamento di quegli Stati. 

L’avvertimento è chiaro. Dopo Kiev, lo Zar guarda a Helsinki e Stoccolma. Lui non fa prigionieri. 

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