Ucraina, incrociatore russo colpito dai missili di Kiev. Ma Mosca nega e dà la sua versione...
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Ucraina, incrociatore russo colpito dai missili di Kiev. Ma Mosca nega e dà la sua versione...

La nave russa in fiamme al largo di Odessa per l'esplosione di munizioni a bordo. Intanto, Biden invia a Kiev altri 800 milioni di dollari di nuove armi

Ucraina, incrociatore russo colpito dai missili di Kiev. Ma Mosca nega e dà la sua versione...
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14 Aprile 2022 - 09.10


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E’ incerta la sorte della nave russa colpita dai missili ucraini nella giornata di ieri. Secondo la Cnn l’incrociatore Moskva (Mosca) della flotta russa del Mar Nero, che secondo Kiev è stato colpito ieri dai missili ucraini Neptune, è stato abbandonato o è affondato. Ci sono incertezze sulla sorte della nave da guerra che secondo Mosca è stata invece “seriamente danneggiata” per l’esplosione delle munizioni che trasportava, in seguito a un incendio sviluppatosi a bordo. Come riportato in precedenza, l’equipaggio dell’incrociatore – secondo alcune fonti di 510 membri – è stato evacuato.

Il ministero della Difesa russo non ha reso note le cause dell’incendio che secondo Mosca ha causato l’esplosione delle munizioni a bordo, ma ieri il governatore della regione di Odessa, colonnello Maksym Marchenko, aveva confermato attraverso il suo canale ufficiale Telegram che la nave era stata colpita da missili ucraini Neptune ed era in fiamme al largo di Odessa.

Sempre secondo Marchenko la nave si trovava nelle acque territoriali ucraine davanti all’Isola dei Serpenti quando è stata colpita da due missili sparati dalla regione di Odessa. La perdita dell’incrociatore rappresenta un “durissimo colpo” per i militari russi già in difficoltà contro la resistenza ucraina nel 50mo giorno dell’invasione dell’Ucraina, commenta la Cnn. Le agenzie di stampa russe riportano che l’incrociatore aveva a bordo 16 missili da crociera anti nave Vulkan che hanno una gittata di almeno 700 km.

“Abbiamo conferme sul fatto che la nave russa sia stata colpita. Ora temiamo che il nemico prepari una risposta sulla città. C’è un’alta probabilità di attacchi missilistici nella nostra città e regione”. Così questa mattina il portavoce dell’amministrazione della città di Odessa, Sergei Bratchuk, dopo la conferma che l’equipaggio russo ha abbandonato l’incrociatore Moskva a largo di Odessa dopo un incendio che gli ucraini sostengono sia stato causato dai loro missili Neptune.

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Il consigliere del capo dell’Ufficio del Presidente ucraino, Oleksiy Arestovych – riporta l’Agenzia Unian -, ha annunciato che marine della 36ma brigata sono stati fatti prigionieri dall’esercito russo, “ma non si tratta di mille soldati ucraini, molti meno – ha detto riferendosi all’annuncio di Mosca di ieri secondo cui 1.026 militari ucraini si sono arresi ieri -. Mille è una bugia”.

In un aggiornamento che segna il 50mo giorno l’invasione russa, l’esercito ucraino ha detto che le forze russe continuano a lanciare sistematici attacchi missilistici e bombe sulle infrastrutture militari e civili nelle regioni di Kharkiv, Donetsk e Zaporizhzhia. Lo riporta la Bbc. A Slobozhansky, nel nord-est dell’Ucraina, le forze russe stanno conducendo la ricognizione di probabili luoghi di attacco. E continuano a bloccare parzialmente la città e la regione di Kharkiv. A Donetsk, nell’Ucraina orientale, le forze russe proseguono con gli attacchi nei distretti di Slavyansk, Popasna e Kurakhovo.

Joe Biden ha annunciato ieri a Volodymyr Zelensky l’invio di altri 800 milioni di dollari di nuove armi e tira dritto sulle accuse di genocidio a Mosca. “Bucha, Mariuopol, Kramatorsk sono tutti esempi di violazioni dei diritti umani da parte della Russia in Ucraina”, ha detto la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, a proposito dell’accusa di Joe Biden che Putin stia compiendo un genocidio. “Il presidente parlava basandosi su ciò che ha visto, sulle atrocità compiute da Mosca”. Nel nuovo pacchetto di armi Usa all’Ucraina ci sono anche dispositivi di protezione individuale contro armi chimiche. Nella lista figurano anche elicotteri Mi-17 e obici L’invio di mezzi di protezione contro armi chimiche è basato, ha ribadito il Pentagono, “sulle preoccupazioni che abbiamo da tempo che Mosca possa usare armi chimiche”.

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Una posizione, quella di Washingtoh, che ha provocato l’irritazione di Pechino e Mosca, mentre da Parigi il presidente Macron mette in dubbio l’utilità di una “escalation di parole” per porre fine alla guerra. Di parere diverso, invece, il premier canadese Justin Trudeau, che per la prima volta evoca il “genocidio” in Ucraina. “Questa non è una guerra, è terrorismo” ha infine sottolineato il presidente polacco Andrzej Duda in visita a Kiev.

Intanto l’amministrazione Usa, riporta il New York Times, starebbe valutando l’invio nella capitale ucraina di una figura di alto profilo. Non Joe Biden o Kamala Harris poiché per garantire la loro sicurezza dovrebbe essere dispiegato un dispositivo enorme, incompatibile con il teatro di guerra, ma più probabilmente un ministro del governo o un alto funzionario militare. Nessuna decisione, comunque, è stata ancora presa e comunque non verrebbe annunciata in anticipo. In passato, anzi, le visite di funzionari americani in altre zone di guerra sono state annunciate solo dopo il loro arrivo nel Paese o addirittura alla partenza.

Nel suo discorso quotidiano, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto che “o la leadership russa cercherà la pace, o come risultato di questa guerra, la Russia lascerà per sempre la scena internazionale”. Un conflitto, insomma, che oltre che sul terreno si combatte a suon di parole. Dopo che i separatisti filo-russi avevano rivendicato il “totale controllo” del porto – negato da Kiev ma successivamente riaffermato da Mosca – la Russia ha dipinto un nemico ormai alle corde, piegato e sempre più demoralizzato.

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A Mariupol, dice il sindaco della città, Vadym Boychenko la situazione umanitaria è davvero allo stremo. “I russi hanno distrutto gli ospedali e tutta la città. Questo è un genocidio. Finché resisteremo – sottolinea – resisterà anche l’Ucraina”. E conferma il bilancio di “almeno ventimila” vittime civili e lo sforzo dei russi “di nascondere le prove delle atrocità commesse, utilizzando anche i forni crematori mobili”.

L’offensiva russa continua nel frattempo a puntare sul Donbass, dove bombarda e raggruppa le forze per tentare la spallata definitiva e prendere il controllo dell’intero territorio delle regioni di Donetsk e Lugansk. E’ soprattutto da queste zone che parte della popolazione è già stata “deportata” in Russia, secondo Kiev: oltre mezzo milione di persone, ha denunciato Zelensky, condotte con la forza in regioni remote del Paese, confiscandone documenti e oggetti personali, come i telefoni cellulari, e separando i bambini dai loro genitori per consentire alle famiglie russe di adottarli illegalmente. Se l’obiettivo strategico si concentra a est, Mosca torna a minacciare anche Kiev, da cui le sue truppe si sono ritirate lasciandosi alle spalle i massacri di Bucha e delle altre città satellite. La Difesa di Putin si è detta pronta a colpire i centri di comando nemici, anche nella regione della capitale, se l’esercito ucraino continuerà nei suoi tentativi di attaccare strutture in Russia.

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