di Adelmina Meier
Metti tre firme del Fatto Quotidiano, metti un ambasciatore che è persona seria e che non si capisce proprio che ci faccia lì, e metti “la nostra bella Anastasia”, come dice la stessa presentatrice facendola entrare in studio e posizionando anche lei sullo sgabello.
Metti che una delle tre firme del Fatto Quotidiano sia quel fenomeno di nome Orsini che è il piatto forte della trasmissione, e voilà confezionata una prima serata Rai che se Putin avesse tempo per vederla la riterrebbe cosa buona e giusta. Naturalmente Putin ha altro da fare, ma al suo posto in collegamento c’è una giornalista russa di fiducia, con l’espressione in viso che ci vuole e che rassicurerebbe il suo zar.
Insomma, Cartabianca di Rai3 ieri sera non ha deluso le attese, la guerra non interrompe lo spettacolo, come usano dire gli uomini di spettacolo. Orsini va come un treno e tra una teoria e l’altra ( non le ripetiamo, le lasciamo alla cronaca già letta ) spara a raffica “Dottoressa…Dottoressa…Dottoressa…” rivolgendosi così alla sua ospite, quella che si era spesa in azienda per farlo pagare dalla Rai, solo che il diavolo ci ha messo la coda, e la cosa è andata in fumo. Fa niente, ha fatto sapere Orsini, vengo anche senza quei duemila euro a serata. Certo, il ritorno c’è comunque e come si è ipotizzato c’è chi ora pensa addirittura di far spostare Orsini dai talk show ad una poltrona in Parlamento. Si, perché anche i 5Stelle sono in cerca di fenomeni per affrontare scadenze elettorali che sono destinati a sfoltire, e di tanto, il loro “stato di famiglia” in Parlamento. Nell’attesa, Orsini è corteggiato e conteso, un punticino di share in più lo porta anche in una serata che in tv proponeva una bellissima partita di calcio con tanti gol e tanti campioni.
La giornalista russa era Nadana Fridrikhson, in forza alla putiniana Zvedza Tv, canale televisivo patriottico-militare di proprietà del Ministero della Difesa russo. Una vera “ciliegina nella vodka”, come suggerisce su Vigilanatv.it Marco Zonetti, critico televisivo, riportando anche i dubbi di Andrea Romano sull’opportunità di quella presenza in prima serata. Romano, PD, componente della Commissione di Vigilanza ha auspicato un’audizione del Copasir per valutare se sia lecito invitare organi della propaganda putiniana nelle trasmissioni del Servizio Pubblico. Peraltro, ieri sera la Vigilanza avrebbe dovuto varare quel pacchetto di nuove regole sugli ospiti, ma i 5Stelle – che un tempo erano abbonati allo scandalo – ora da certi valzer di ospiti televisivi non sono più scandalizzati e provano a frenare provvedimenti che metterebbero in discussione, per esempio, la squadra del Fatto Quotidiano schierata da Cartabianca.
Le perplessità non sono soltanto in ambito politico, il regista Alex Orlowski lo ha detto chiaro e tondo, Cartabianca gli appare come una sorta di “TelePutin”. La caciara televisiva attorno alle partecipazioni di Orsini – in Rai e fuori – ha eco anche all’estero. Sul quotidiano L’Opinion – riporta Vigilanzatv.it – in un articolo dal titolo “La fascination intéressée de la television italienne pour les opinions pro Poutine ( corredato da una foto di Orsini ospite di Piazza Pulita, su La7 ) tornano gli interrogativi nostrani sul tanto spazio concesso ad una linea che punta tutto su presunte colpe della Nato anziché sulle accertate responsabilità dello zar di Mosca. Opportuna anche la notazione di Antonio Nicita che su su Twitter ha fatto notare – se mai ce ne fosse stato bisogno – che la par condicio in radio e in Tv “non si applica ad aggressore e aggredito, né a giornalista e disinformatore”, quindi i talk show non hanno l’obbligo di ospitare esponenti di testate quali Russia24, Russia Today, Russia News e così via. Aggiungiamo noi, è come se in una serata dedicata al ricordo di Falcone e Borsellino si sentisse l’obbligo di avere un rappresentante, una voce di Cosa nostra.
“Qualche giorno fa l’ex presidente Rai Claudio Petruccioli, dopo le discusse dichiarazioni di Orsini sul fascismo – ci ricorda, a questo proposito, il critico Marco Zonetti – si era rivolto direttamente a Bianca Berlinguer esortandola a non invitare più il docente della Luiss ,che immancabilmente ieri sera era di nuovo in trasmissione”.
“La questione è delicatissima – dice Marco Zonetti – La pandemia prima e adesso la guerra in Ucraina che rischia di diventare mondiale hanno dimostrato che, nelle trasmissioni di approfondimento del servizio pubblico, è necessario scongiurare a tutti i costi la disinformazione e prediligere opinioni corroborate dai fatti, anziché boutade eclatanti e risse acchiappa-audience al solo scopo di diventare protagonisti di video virali sui social.
Il problema dei compensi degli ospiti Tv a spese dei contribuenti – aggiunge – passa quasi in secondo piano rispetto a quello dello sfrenato narcisismo che muove molti di questi personaggi da salotto televisivo, pronti a dire tutto e il contrario di tutto al fine di alimentare la propria smania di presenzialismo, nell’indifferenza e spesso con il plauso e l’avallo del conduttore di turno, interessato solo al responso dell’Auditel”.
In tutto questo, paradossalmente e in maniera inquietante come ha fatto notare il Segretario della Vigilanza, Michele Anzaldi proprio su Globalist, l’Ordine dei Giornalisti, la Fnsi, l’UsiGRai tacciono. “E la Governance Rai – aggiunge Zonetti – pare avere sempre più la consistenza di un vascello fantasma, di un effimero miraggio evanescente, di un fuoco fatuo che riluce debolmente in un tombale silenzio. La similitudine cimiteriale non è casuale. Che sia infatti necessaria una seduta spiritica per evocare chi di dovere e conoscerne il parere sulla vicenda?”