Lorov sono riconosciuto solo da Mosca ma pretendono di spiegare al momento il diritto internazionale, senza distinguere che i ‘mercenari’ non avevano invaso alcun maese ma hanno combattuto per l’Ucraina invasa dai russi e inquadrati nelle forze di Kiev, ma tant’è.
Il leader dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, Denis Pushilin, ha escluso di concedere la grazia ai «mercenari stranieri» recentemente condannati a morte per aver preso parte alla guerra tra le file dell’esercito ucraino.
«Devo basarmi sulla decisione del tribunale. Per la natura dei crimini che hanno commesso, non vedo alcuna ragione, non ci sono requisiti per concedergli la grazia», ha affermato Pushilin, secondo quanto riferito dall’agenzia Tass.
La scorsa settimana la Corte Suprema dell’autoproclamata Repubblica del Donbas riconosciuta dalla Russia ha condannato a morte i cittadini britannici Shaun Pinner e Aiden Aslin, nonché il marocchino Saadoun Brahim, per aver combattuto con l’esercito ucraino come «mercenari». Nei giorni scorsi l’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha condannato le sentenze definendole un «crimine di guerra».