È stata lei l’attentatrice scoperta a tempo di record dai servizi segreti russi? E se si fosse trattato di una militante o dirigente del battaglione Azov come è stato possibile che si entrata regolarmente con la figlia in Russia (pur essendo ucraina e con documenti ucraini) e poi dopo l’attentato sia riuscita a raggiungere tranquillamente
Natalia Vovk, la donna ucraina indicata dai servizi russi come autrice dell’omicidio di Darya Dugina, «non ha mai servito nelle Forze speciali Azov della Guardia nazionale dell’Ucraina». Lo ha dichiarato la Guardia nazionale dell’Ucraina sulla propria pagina Facebook, citata dal giornale Ukrainska Pravda.
«I media russi stanno diffondendo informazioni secondo cui l’Fsb (l’intelligence di Mosca) riporta che l’omicidio della figlia di Alexander Dugin è stato preparato e commesso dai servizi segreti ucraini», è scritto sulla piattaforma social. «Inoltre, i propagandisti russi riportano che Vovk aveva prestato servizio nel battaglione ucraino Azov, cercando così di giustificare tra i propri cittadini la decisione di riconoscere l’unità della Guardia Nazionale dell’Ucraina come organizzazione terroristica, mostrando ai russi crimini commessi da Azov nel territorio della Federazione Russa», si aggiunge.
In una conferenza stampa riportata da Ukrainska Pravda, un soldato di Azov ha affermato che «i documenti forniti dai nemici appartengono a una persona che non è un soldato del battaglione Azov. La nostra divisa militare è MultiCam (a motivo mimetico). Tutti i nostri documenti contengono foto di noi vestiti con l’uniforme MultiCam. La donna al telegiornale indossa l’uniforme della Guardia nazionale ucraina».
Secondo il difensore ucraino, la carta d’identità della donna sarebbe stata alterata dai russi: «È un falso di bassa qualità, fatto in fretta», ha denunciato.