Un altro giallo nella Russia in mano al dittatore. Il tenente colonnello Roman Malyk, responsabile della mobilitazione dei riservisti russi da inviare in Ucraina, è stato trovato impiccato nella sua abitazione, in un villaggio nella regione di Primorsky.
Lo riferiscono alcuni media internazionali, tra cui il Mirror e l’Hindustan Times. La polizia ha aperto un’indagine e ha definito «sospette» le circostanze della morte del quarantanovenne. Gli inquirenti non escludono il suicidio.
Il corpo dell’ufficiale, veterano della Cecenia e padre di due figli, è stato trovato nel cortile della sua casa, vicino a una palizzata. Gli amici e la famiglia di Malyk, che si occupava dei reclutamenti nella regione sudorientale del Territorio del Litorale (Primorsky Krai), hanno smentito con decisione che il tenente colonnello possa essersi tolto la vita, descrivendolo come «un uomo forte e coraggioso».
La mobilitazione decisa dal Cremlino, che intende chiamare alle armi fino a 300 mila uomini per spedirli in Ucraina, ha portato migliaia di russi a fuggire all’estero. La reazione rabbiosa di parte della popolazione ha visto fino a 70 uffici per la coscrizione attaccati con bottiglie molotov.
Argomenti: guerra russo-ucraina