Bakhmut diventa un "inferno in terra", si combatte strada per strada
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Bakhmut diventa un "inferno in terra", si combatte strada per strada

Le vie di rifornimento ucraine dalla città assediata di Bakhmut stanno diventando "sempre più limitate", secondo il Ministero della Difesa britannico. Ma gli ucraini resistono

Bakhmut diventa un "inferno in terra", si combatte strada per strada
Bombardamenti russi su Bakhmut
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4 Marzo 2023 - 22.56


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Ore decisive: “Ogni ora a Bakhmut è come l’inferno». È una battaglia strada per strada ormai quella che si sta combattendo nella città simbolo della resistenza all’invasione russa, con gli ucraini che ancora non vogliono mollare davanti agli ultimatum dei mercenari della Wagner e respingono attacchi che hanno «l’unico obiettivo di commettere il genocidio del popolo ucraino, usando la tattica della terra bruciata», ha denunciato alla Bbc il vicesindaco Oleksandr Marchenko.

Nella città del Donetsk ci sono infatti ancora circa «4.000 o 4.500» civili che vivono nei rifugi «senza acqua, gas o elettricità», mentre fuori ogni edificio è ormai ridotto a un cumulo di macerie. Mosca insiste per una conquista che sarebbe più simbolica che strategica per la sua `operazione militare speciale´, che secondo la Nato è già costata ai russi 200.000 soldati morti o feriti. Ma anche Vladimir Putin non intende mollare e oggi il suo ministro della Difesa, Serghei Shoigu, è tornato al fronte, dove ha visitato un posto di comando proprio nel Donetsk per ricevere aggiornamenti dai comandanti sul terreno e decorare i militari impegnati nell’offensiva.

All’indomani dell’ultimatum del fondatore dei mercenari Wagner Yevgeny Prigozhin al presidente ucraino Zelensky di ritirarsi da Bakhmut ed evacuare la città, l’intelligence Gb ha ammesso che la difesa di Kiev è sottoposta a pressioni sempre più forti, con intensi combattimenti che si svolgono all’interno e nei dintorni della città. Due ponti chiave sono stati distrutti, compreso uno vitale che collegava la città all’ultima principale via di rifornimento verso Chasiv Yar, limitando sempre di più le vie di rifornimento, mentre i sobborghi settentrionali della città sono «vulnerabili agli attacchi russi su tre lati». Ma «non c’è alcun ritiro di massa delle truppe ucraine», ha assicurato Serhiy Cherevatyi, portavoce del raggruppamento orientale delle forze armate di Kiev, sostenendo che i combattimenti restano «più in periferia, con la città controllata dalle forze di difesa».

Nell’ultima giornata, una donna è morta e due uomini sono rimasti feriti nel tentativo di fuggire da Bakhmut. Ma il fronte ucraino non è solo la città del Donetsk. Due persone sono state uccise nel distretto di Nikopol colpito dalle bombe russe, cadute anche su tre insediamenti a Sumy e Chernihiv. La situazione si fa più tesa anche a Soledar, ed esplosioni si sono udite a Zaporizhzhia, dove intanto è salito a 11 morti il bilancio dell’attacco russo lanciato la notte tra mercoledì e giovedì. Tra le vittime, anche un bambino di appena 8 mesi. La guerra si fa sentire anche in Crimea, dove esplosioni sono state udite vicino ad una base aerea russa, con i media filo-occupanti che hanno riferito dell’abbattimento di un drone.

La portata della guerra è «incredibile», secondo il Comandante supremo delle forze alleate della Nato in Europa, il generale statunitense Christopher Cavoli: oltre ai 200.000 soldati fuori combattimento, da quel drammatico 24 febbraio 2022 anche 1.800 ufficiali russi sono stati uccisi o feriti. E sul fronte ucraino i numeri sono simili.

Con il sangue che continua a scorrere a fiumi, il dialogo resta un miraggio e il rifornimento di armi cruciale. Secondo il Financial Times, l’Ucraina ha lanciato un appello all’Ue affinché invii 250.000 proiettili d’artiglieria al mese per alleviare una carenza critica che, secondo il governo, sta limitando i suoi progressi sul campo di battaglia. Kiev continua a invocare anche i caccia, mentre arrivano i carri armati occidentali.

Zelensky intanto ha ricevuto a Leopoli la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, incassando l’appello della leader dell’Eurocamera affinché i negoziati per l’ingresso dell’Ucraina all’Ue possano aprirsi già quest’anno. Per Zelensky, la piena adesione all’Unione e alla Nato garantirà la protezione e la sicurezza dell’Ucraina quando dovrà continuare a vivere accanto alla Russia dopo la vittoria di Kiev. Perché «saremo il Paese vincente», continua a promettere il leader ucraino.

Gli 007 inglesi

Le forze ucraine sotto “forte pressione” a Bakhmut, come sostengono i servizi segreti del Regno Unito.

Le vie di rifornimento ucraine dalla città assediata di Bakhmut stanno diventando “sempre più limitate”, secondo il Ministero della Difesa britannico. Nel suo ultimo aggiornamento di intelligence, il Ministero della Difesa ha twittato che Kyiv sta “rinforzando l’area con unità d’élite” e distruggendo ponti chiave, ma le forze russe stanno facendo ulteriori progressi.

“La difesa ucraina della città di Bakhmut, nel Donbas, è sottoposta a una pressione sempre più forte, con intensi combattimenti che si svolgono all’interno e nei dintorni della città”, ha dichiarato il Ministero della Difesa.

Le forze regolari dell’esercito russo e del Gruppo Wagner hanno compiuto ulteriori progressi nella periferia nord della città, che ora è un saliente controllato dagli ucraini, vulnerabile agli attacchi russi su tre lati”.

“L’Ucraina sta rafforzando l’area con unità d’élite e nelle ultime 36 ore sono stati distrutti due ponti chiave a Bakhmut, compreso un ponte vitale che collega la città all’ultima principale via di rifornimento da Bakhmut alla città di Chasiv Yar. “Le vie di rifornimento dalla città in mano agli ucraini sono sempre più limitate”.

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