NoName057, il gruppo di hacker filorusso, ha rivendicato un nuovo attacco. Vittima dei criminali informatici, questa volta, è il sito del Csm che, sovraccaricato dall’attacco, è stato rallentato a tal punto da rendere impossibile la navigazione.
Tecnicamente, il gruppo ha `sferrato´ un attacco Ddos. Di cosa si tratta? In sostanza, è un tipo di attacco informatico che tenta di rendere non disponibile un sito web o una risorsa di rete sovraccaricandoli con traffico dannoso e rendendoli di conseguenza inutilizzabili. L’acronimo sta per Distributed Denial-of-Service: gli hacker appesantiscono il sito preso di mira con traffico Internet indesiderato, impedendo a quello normale di giungere alla destinazione prevista.
L’obiettivo è quello di ingolfare i siti, prendendo di mira server, reti di distribuzione o data center che vengono inondati di false richieste di accesso, alle quali non riescono a far fronte. Gli attacchi Ddos sfruttano reti di dispositivi connessi a Internet per negare agli utenti l’accesso a un server o a una risorsa di rete. Durante gli attacchi Ddos le domande fasulle arrivano nello stesso momento da più fonti. Per sferrare un attacco Ddos, gli hacker utilizzano dei malware o sfruttano le vulnerabilità della sicurezza per infettare in maniera dannosa macchine e dispositivi e assumerne il controllo.
Gli attacchi Ddos vengono sferrati utilizzando i botnet, un ‘esercito’ di computer zombie che si collegano contemporaneamente al server da attaccare. Ogni computer infettato diventa in grado di infettarne altri, diffondendo il malware e prendendo parte, di conseguenza, ad attacchi Ddos. Questi bot si accumulano formando eserciti interi che, facendo leva sulla potenza della propria numerosità, amplificano la portata degli attacchi.