Servizi segreti ucraini? O piuttosto una faida di potere tra diverse correnti nazionaliste del Cremlino?
L’assassinio del blogger militare ultranazionalista russo Maksim Fomin, alias Vladlen Tatarsky, in un bar di proprietà di Yevgeny Prigozhin, capo del gruppo Wagner, a San Pietroburgo potrebbe rivelare ulteriori fratture all’interno del Cremlino e della sua cerchia ristretta.
Lo scrive nel suo ultimo report il think tank statunitense Isw (Institute for the study of the war).
Gli analisti dell’Isw definiscono `strana´ la dichiarazione di Prigozhin il quale ha detto che non avrebbe «incolpato il regime di Kiev» per la morte di Fomin (il vero nome di Tat. asky) e di Daria Dugina (assassinata in agosto) indicando come responsabile un gruppo di radicali russi.
Secondo l’Isw l’attacco al bar di San Pietroburgo «potrebbe anche essere un tentativo di intimidire altri blogger militari affiliati a Wagner». Non solo: «È possibile che i funzionari russi intendano usare l’assassinio di Fomin per spingere l’autocensura della società civile russa che mette in discussione i progressi della guerra nei bar».
In precedenza l’Isw aveva osservato le incursioni dei servizi russi nei bar di Mosca e San Pietroburgo in marzo accusando le persone di fornire assistenza finanziaria alle forze ucraine e di coinvolgere i minori in «atti antisociali».
Il presidente Putin aveva dato il 28 febbraio scorso istruzioni all’intelligence (Fsb) di intensificare le misure di controspionaggio e di reprimere la diffusione dell’ideologia filo-ucraina, ordine che è stato usato per smantellare i raduni nei bar di Mosca e San Pietroburgo.
«Il movimento Kiber Front Z, affiliato a Wagner, ha animato per mesi discussioni sulla guerra nei bar di proprietà di Prigozhin ed è possibile che questo assassinio di alto profilo scoraggi la partecipazione a eventi simili.