L’intelligence britannica Mi5 indagò su Charlie Chaplin su richiesta dell’Fbi americana, che sospettava simpatie comuniste del cineasta di ‘Tempi Moderni’ e voleva cacciarlo dagli Stati Uniti. Ma gli agenti di Sua Maestà non trovarono alcuna prova concreta a sostegno di tale accusa, né riuscirono a confermare l’ipotesi delle autorità americane secondo cui Chaplin fosse in realtà un ebreo russo, di nome Israel Thornstein. E’ quanto è emerso dagli Archivi nazionali britannici, riportati oggi dalla stampa britannica.
Gli agenti britannici cercarono anche di appurare se l’artista fosse nato a Fontainebleau, nei pressi di Parigi, ma le indagini non portarono a nulla. L’Mi5 non riuscì neanche a rintracciare il certificato di nascita dell’artista, che dichiarava di essere nato il 16 aprile 1889 a Walworth, a sud di Londra. “Non ci sono prove che il nome di Chaplin sia o sia mai stato Israel Thornstein”, scrisse l’intelligence britannica all’Fbi. E l’indagine sull’ipotesi che “possa essere nato in Francia” non ha portato a nulla. Tuttavia, l’Mi5 ammise che “non c’è traccia nei nostri registri di Charlie Chaplin”, lasciando così nel mistero le sue vere origini
In una lettera inviata a Chaplin da un uomo di nome Jack Hill, scoperta tra i documenti di famiglia, si afferma che l’artista venne al mondo “in una roulotte appartenuta alla Regina degli Zingari, che era mia zia” nei pressi di Birmingham.
Riguardo alle presunte simpatie comuniste, l’Mi5 escluse che Chaplin potesse essere considerato “una minaccia alla sicurezza”, ipotizzando invece che il suo nome venisse sfruttato come “una delle vittime del Maccartismo”.