Ex condannati per stupri e omicidi liberi dopo aver combattuto con la Wagner: il timore delle donne russe
Top

Ex condannati per stupri e omicidi liberi dopo aver combattuto con la Wagner: il timore delle donne russe

Ex detenuti, principalmente condannati per reati sessuali e omicidi, stanno tornando in libertà in Russia a condizione di arruolarsi nella brigata di mercenari Wagner.

Ex condannati per stupri e omicidi liberi dopo aver combattuto con la Wagner: il timore delle donne russe
Preroll

globalist Modifica articolo

20 Agosto 2023 - 23.09


ATF

Ex detenuti, principalmente condannati per reati sessuali e omicidi, stanno tornando in libertà in Russia a condizione di arruolarsi nella brigata di mercenari Wagner.

Questa notizia ha scatenato indignazione e timori tra le donne russe e le famiglie delle vittime. L’accordo prevede che decine di migliaia di detenuti vengano reclutati dalla brigata per combattere in Ucraina per sei mesi in cambio di una riduzione della pena.

Se sopravvivono, possono poi essere liberati senza completare la loro condanna. Molte di queste nuove reclute hanno commesso reati come stupri, violenze e omicidi, il che ha suscitato richieste di giustizia da parte delle donne coinvolte.

L’assassinio di Vera Pekhteleva

 Uno degli omicidi più efferati è quello commesso nel 2020 da Vladislav Kanyus che aveva torturato per ore Vera Pekhteleva prima di ucciderla. Al processo è emerso che le ferite sul corpo della vittima erano 111. La scorsa estate, un tribunale in Siberia lo ha condannato a 17 anni di carcere. Ma a metà maggio, la madre di Pekhteleva ha ricevuto due fotografie da un account anonimo su WhatsApp. Mostravano un uomo in divisa militare ed erano accompagnate da un messaggio: “Kanyus è libero e combatte in Ucraina”.

Quando i Pekhtelev hanno presentato una richiesta ufficiale alle autorità carcerarie per localizzare Kanyus, è stato detto loro che era stato trasferito al servizio carcerario della regione di Rostov ed era scomparso. Secondo gli attivisti questo è lo stratagemma che viene usato per i carcerati reclutati per combattere. Ora la famiglia, che ha sempre rifiutato di tacere sulla vicenda, teme ritorsioni da parte dell’uomo. Il caso infatti, era diventato di dominio pubblico, e la polizia che non si è presentata alle ripetute richieste di aiuto da parte dei vicini, è stata persino processata per negligenza.

La paura delle donne

 Un altro brutale assassinio è stato quello di Olga Shlyamina, 33 anni. Nel marzo 2021, in una piccola città nel nord della Russia, Vyacheslav Samoilov, l’aveva smembrata e aveva nascosto i suoi resti. L’uomo era stato incarcerato per 9 anni e sette mesi nell’aprile 2022, ed ora è tornato in libertà dopo aver combattuto per tre mesi in Ucraina. Tra i reclutati ci sono anche coloro che sono stati condannati per stupro e altri abusi, le cui vittime sono ancora vive e ora sono di nuovo a rischio. Sono tante infatti, le segnalazioni di ex prigionieri sopravvissuti al loro periodo di Wagner e tornati a casa.  “Abbiamo ricevuto tanti messaggi da persone spaventate. Sanno che se gli uomini che le hanno tormentate tornano da questa guerra e ricominciano a picchiarle o addirittura a ucciderle, la polizia non farà nulla, perché ora questi uomini sono visti come eroi invece che stupratori o assassini”, sostiene Alena Popova, un’attivista russa per i diritti delle donne. 

Native

Articoli correlati