Assassinio di Saleh el-Arouri: si fermano i negoziati per il rilascio degli ostaggi in corso in Egitto
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Assassinio di Saleh el-Arouri: si fermano i negoziati per il rilascio degli ostaggi in corso in Egitto

L'uccisione a Beirut del numero due di Hamas, ha provocato l'immediata reazione del governo del Libano, la condanna dell'Iran e lo stop ai negoziati in corso in Egitto sulla liberazione degli ostaggi israeliani ancora prigionieri a Gaza.

Assassinio di Saleh el-Arouri: si fermano i negoziati per il rilascio degli ostaggi in corso in Egitto
Hamas leaders Yahya Sinwar, Ismail Haniyeh
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2 Gennaio 2024 - 23.14


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Ora si andrà verso giorni ancora più complicati.  Il conflitto mediorientale rischia sempre più di estendersi fuori da Israele: l’uccisione a Beirut del numero due di Hamas, ha provocato l’immediata reazione del governo del Libano, la condanna dell’Iran e lo stop ai negoziati in corso in Egitto sulla liberazione degli ostaggi israeliani ancora prigionieri a Gaza.

Israele non ha commentato ufficialmente l’uccisione di Saleh el-Arouri, ma la responsabilità dello Stato ebraico per quanto accaduto viene data per scontata, mentre un consigliere del premier Benjamin Netanyahu ha definito l’operazione un’azione chirurgica non rivolta al Libano

Residente in Libano dal 2018, Arouri è statu ucciso assieme alle sue guardie del corpo nella sede di Hamas che si trova nella periferia meridionale della capitale libanese, una zona considerata feudo del movimento libanese pro-iraniano Hezbollah, alleato di Hamas. 

Secondo l’agenzia ufficiale libanese, i morti sarebbero sei, fra i quali almeno un altro responsabile del movimento palestinese, Samir Fandi, anche lui colpito nell’attacco che Hamas, l’Iran e anche il Libano hanno immediatamente attribuito a Israele. L’esercito israeliano non ha commentato «le informazioni della stampa internazionale» ma il portavoce Daniel Hagari ha detto che le forze armate dello Stato ebraico sono pronte «al massimo livello». Il premier libanese ha denunciato «il nuovo crimine israeliano che punta a coinvolgere il Libano in una nuova fase di confronto» con Israele. Anche l’Autorità palestinese ha avvertito dei «rischi e delle conseguenze» che la morte di Arouri potrebbe provocare. 

 Fin dall’inizio della guerra, dopo il sanguinoso attacco del 7 ottobre da parte di Hamas, il confine fra Israele e il Libano è stato teatro di scontri quasi quotidiani fra l’esercito israeliano e Hezbollah ma nessun attacco era arrivato fino a Beirut.

 In Cisgiordania, dove Arouri era nato nel 1966, molti palestinesi hanno manifestato per strada la rabbia per la sua uccisione. Dopo oltre 12 anni di carcere, la liberazione di Arouri è avvenuta nel 2010 a condizione che lasciasse Israele. La sua casa disabitata, a Ramallah, era già stata distrutta a fine ottobre. 

Dopo l’uccisione dell’esponente di Hamas, secondo le fonti coinvolte nei negoziati mediati da Egitto e Qatar, la situazione è cambiata e ora non è più possibile alcun progresso. Si punta ora quindi a garantire che qualsiasi risposta, soprattutto dal Libano, sia misurata per consentire l’eventuale prosecuzione dei negoziati”.

 In realtà Hamas aveva ripetuto anche oggi di considerare gli ostaggi ancora a Gaza come prigionieri di guerra, in quanto tutti soldati o ex soldati, e di non volerli liberare fino a che il conflitto è in corso. Il bilancio delle vittime nell’88/mo giorno della guerra mediorientale è di 1.14 israeliani uccisi nell’attacco di Hamas il 7 ottobre, 173 soldati israeliani e 22.185 vittime degli attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza. Nonostante le richieste di un cessate il fuoco, l’esercito israeliano ha fatto sapere nei giorni scorsi di prepararsi a un conflitto che durerà tutto l’anno. 

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