Mosca, l'Isis e la strage di venerdì sera
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Mosca, l'Isis e la strage di venerdì sera

Il problema delle bugie è che, quando accumuli bugie: nessuno ti crede più. Specialmente quando le bugie prevedono l’uso del terrorismo.

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24 Marzo 2024 - 00.30


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di Beatrice Sarzi Amade

Il problema delle bugie è che, quando accumuli bugie: nessuno ti crede più. Specialmente quando le bugie prevedono l’uso del terrorismo.

Non so se sapremo mai chi sta dietro l’attacco di Mosca. Ho un grande dubbio sull’ISIS o, forse, sui servizi segreti, perché ricordiamo che l’ISIS all’inizio fu una pura creazione dei servizi segreti siriani, che a tal scopo avevano raccolto gli ufficiali dell’intelligence irachena messi al bando dopo la caduta di Saddam Hussein. E gli ufficiali dei servizi segreti di base, siriani o iracheni, sono stati addestrati dal KGB. La Siria è un alleato della Russia.

Putin, invece, ha un passato molto pesante di bombardamenti, poiché deve la sua prima elezione nella messa in scena di attacchi reali, falsamente attribuiti agli islamisti ceceni, mentre gli ufficiali dell’FSB – che lui ha guidato – furono arrestati mentre piazzavano bombe in edifici residenziali in Russia. Il primo pensiero è stato temere che gli indizi avrebbero portato ad accusare l’Ucraina.

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Quindi, si sta incolpando l’ISIS, con due probabili intenzioni: 1) giustificare, agli occhi del popolo russo, una feroce repressione e la limitazione delle libertà pubbliche: combattere i terroristi, dovrebbe contribuire a complicare la vita agli ucraini che stanno cercando di far esplodere fabbriche di armi, centrali elettriche, raffinerie petrolifere e centri di reclutamento. 2) provare a fare vittimismo agli occhi dell’opinione pubblica occidentale, della serie “Guardate, ci stanno attaccando anche i terroristi, abbiamo un problema comune, non andremo ancora in guerra…”.

Solo che non c’è proprio nessuna ragione per cui lo Stato Islamico in questo momento debba prendersela con la Russia, che ora critica apertamente Israele – nemico numero uno degli islamisti – e combatte i saccheggiatori occidentali del Daesh.

Già, Russia e Cina si stanno coprendo di vergogna all’ONU ponendo il veto su un progetto di cessate il fuoco che pensano non sia lontano. Forse, ma, nel frattempo, è comunque un cessate il fuoco che potrebbe salvare vite.

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A quanto pare, però, per Xi e Putin la cosa più importante è dire no a Biden, non salvare vite palestinesi. La tesi in preparazione a Mosca non è conclusa.

Trasmessa da Konstantin Malofeiev, l’oligarca ultra-ortodosso che ha finanziato l’acquisizione della Crimea, Igor Guirkine (il suo capo della sicurezza), Aleksandr Dugin e Marine Le Pen (che ha ambizioni politiche per la nipote, Marion Maréchal)

Si dice che i terroristi siano membri dell’ISIS delle repubbliche dell’Asia centrale che hanno cercato di fuggire in Ucraina. Sono stati intercettati a pari distanza dai confini ucraino-bielorussi, ma Malofeiev e i suoi canali di comunicazione non ne parlano. Dal punto di vista del Cremlino, quindi tutto è bene quel che finisce bene…

Ora che Putin è rieletto, può: 1) decretare che questa sia una guerra e non un’operazione speciale, il che significa che dovremo mobilitarci; 2) ammettere che le finanze non vanno per niente bene e che sarà necessario aumentare le tasse e razionare le provvigioni; 3) aumentare drasticamente i controlli di sicurezza; 4) colpire gli ucraini senza pietà, visto che sono non solo nazisti ma pure islamisti, e che, per giunta, simpatizzano con gli ebrei, la comunità LGTQ internazionale e gli occidentali: insomma, rappresentano l’Anticristo agli occhi dei russi.

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Insomma, Putin dovrà trovare qualcos’altro, perché è deplorevole che poveri innocenti abbiano trovato la morte, ma ciò non cambia nulla della situazione globale e soprattutto della guerra con l’Ucraina.

Concludendo, costernazione per le vittime russe e i feriti. L’odore delle «cose umane» deve sempre prevalere.

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