Un attacco pilotato che alla fine si è trasformato in un po’ dei propaganda per l’iran ma senza che nessuno si facesse sul serio male.
Il retroscena del lancio di droni e missili dall’Iran verso Israele che – per fortuna e anche per volontà – non ha causato veri danni sta in un accordo preventivo tra Stati Uniti e Iran mediato dall’Oman.
In pratica in questi giorni, per il tramite dell’Oman, Casa Bianca e Teheran hanno concordato tempi e modi dell’attacco congenito in modo da rendere il tutto il meno pericoloso possibile ed evitare che si potesse trasformare nell’inizio di una guerra regionale.
Tant’è che – nonostante la distanza – il grosso dell’azione militare è stato gestito direttamente dall’Iran per evitare che qualche alleato dal Libano, dalla Siria o dall’Iraq potesse andare oltre.
Ed infatti poche ore prima dell’azione militare Biden è rientrato alla Casa Bianca a riprova del fatto che era informato.
Tutto bene? Dipende. È evidente che Teheran si è limitata a questa azione di propaganda e anche la Casa Bianca ha lanciato un appello perché la cosa finisse qui.
L’incognita è Netanyahu che per tanti motivi sembra orientato a non seguire le indicazioni della Casa Bianca e potrebbe essere tentato da altri gesti di forza, anche perché la ‘guerra’ lo protegge dalle elezioni anticipate (che secondo i sondaggi perderebbe) e dalla galera, viste le inchieste giudiziarie.
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