Da Capri a Bruxelles a Washington, l’Occidente imbocca la strada per concretizzare gli aiuti militari – compresa la difesa aerea – essenziali per Kiev in difficoltà nella guerra. Durante il Consiglio Nato-Ucraina con Volodymyr Zelensky, il segretario generale Jens Stoltenberg ha assicurato che «presto» ci saranno nuovi annunci sui sistemi di difesa per il Paese invaso. «L’Alleanza ha mappato le capacità degli alleati, ci sono sistemi che possono essere dati all’Ucraina», ha riferito Stoltenberg al termine dell’incontro. «In aggiunta ai Patriot ci sono altri strumenti che possono essere forniti, come i Samp-T», quelli a produzione franco-italiana.
Un annuncio che arriva mentre prendono corpo i «segnali incoraggianti» evocati dal segretario di Stato Usa Antony Blinken: dopo mesi di stallo, la Camera americana ha spianato la strada ai quattro provvedimenti per gli aiuti a Ucraina, Israele e Taiwan, mettendo in agenda il voto per domani. E il Pentagono si sta preparando ad approvare rapidamente un nuovo pacchetto di aiuti militari che include artiglieria e difese aeree: secondo una fonte americana, parte del materiale potrebbe raggiungere il Paese nel giro di pochi giorni.
In generale, per Kiev in ballo ci sono gli oltre 60 miliardi di dollari di forniture per le forze armate che – ha ricordato Blinken – «faranno una differenza enorme». «Se i nuovi aiuti non verranno approvati c’è il rischio che sia troppo tardi», ha ammonito il ministro degli Esteri Usa, mentre Zelensky ha ribadito l’allarme: i soldati «non possono più attendere» la burocrazia occidentale, la Nato deve dimostrare «se siamo davvero alleati». La situazione sul terreno «è al limite», ha aggiunto il leader ucraino al segretario della Nato
Da parte dell’Italia, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha «confermato quello che ha detto il presidente del Consiglio» sul fatto che il nostro Paese «farà il possibile per la protezione aerea dell’Ucraina», mentre Kiev vuole dagli alleati ogni sistema disponibile, dai moderni Patriot – «almeno altre sette sistemi» – ai Samp-T italo-francesi. Anche il ministro della Difesa Guido Crosetto ha partecipato al Consiglio Nato-Ucraina, nel quale si è convenuto sulla necessità di uno sforzo ulteriore per sostenere Kiev. L’Italia ragiona sugli ulteriori aiuti militari da fornire quanto prima all’Ucraina e sul tavolo – si apprende – c’è la possibilità di un nuovo decreto per l’invio degli armamenti. Anche se Crosetto ha più volte sottolineato che quasi tutto ciò che si poteva dare è stato dato.
Già a Capri, dove ha partecipato al G7 Esteri, Stoltenberg aveva confermato la volontà degli alleati di accelerare sulla difesa aerea ucraina. E nel loro documento finale, i Sette ministri hanno espresso la «determinazione a rafforzare le capacità di difesa aerea» del Paese invaso, confermando l’impegno a lavorare per esaudire le richieste di Kiev, ribadite anche dal capo della diplomazia ucraina Dmytro Kuleba, tra gli ospiti del summit in Italia. Il sostegno del G7 è pronto a tradursi anche in ulteriori sanzioni contro Teheran «se dovesse procedere con la fornitura di missili balistici o tecnologie correlate alla Russia». Il Gruppo ha poi puntato il dito contro la Cina, chiedendo nel suo documento finale di «interrompere» il sostegno alla macchina bellica di Mosca. Infine, i Sette hanno ribadito l’impegno ad attuare e far rispettare le sanzioni contro i russi, minacciando di «adottare nuove misure, se necessario».
In vista del vertice dei leader in programma a giugno in Puglia, il G7 lavora inoltre alle «possibili opzioni praticabili» per usare i beni russi congelati a sostegno dell’Ucraina, «in linea con i rispettivi sistemi giuridici e il diritto internazionale». Finora l’Ue ha trovato le basi legali solo per l’uso degli extraprofitti, ma bisogna ancora capire se si può fare un passo in più mettendo le mani direttamente sugli asset.
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