Siti porno bloccati. Almeno per il Ramadan
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Siti porno bloccati. Almeno per il Ramadan

Lo ha deciso il governo indonesiano, che ha già bloccato un milione di pagine Web. Molti temono che dietro la lotta ai siti "hard" si nasconda un ulteriore giro di vite sulla rete.

Siti porno bloccati. Almeno per il Ramadan
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redazione Modifica articolo

20 Luglio 2012 - 19.53


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Niente porno on line. Almeno durante il Ramadam. L’Indonesia, il più grande paese musulmano al mondo, da oggi e per trenta giorni “sarà una nazione libera dal porno”. Lo ha annunciato il governo indonesiano, sottolineando che vieterà – atraverso i filtri ad Internet che ha già sperimentato abbandontemente – l’accesso ai siti pornografici nel periodo dell’osservanza del digiuno.

Lo scrive il quotidiano «Jakarta Post» che pubblica integralmente un comunicato del ministro delle Comunicazioni e Informazione Tecnologica, Tifatul Sembiring.
Nelle intenzioni delle autorità, la misura restrittiva dovrebbe andare oltre il mese del ramadan. Il ministro, uno dei leader del partito islamico della Giustizia Prospera, ha spiegato che il governo continuerà a monitorare la rete per limitare l’accesso alle pagine Web considerate «hard» anche dopo la ricorrenza religiosa.

Insomma, tutto fa capire che quella della lotta al porno sia solo un pretesto, per un ulteriore giro di vite sulla rete. Sempre secondo il dicastero delle Comunicazioni e dell’Informazione oltre 2 milioni di siti «XXX» sono visibili in Indonesia e oltre un milione, la gran parte appoggiati su provider stranieri, sono stati bloccati all’inizio del mese. L’Indonesia – stando sempre alle cifre del governo che sostiene di averle ricevute da “Google” – è il terzo paese al mondo per visitatori di siti pornografici. Dopo la Cina e la Turchia.

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