Giappone: per i giovani il sesso non è più importante
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Giappone: per i giovani il sesso non è più importante

La chiamano «sindrome del celibato» e ha raggiunto livelli preoccupanti. È quanto ha rilevato un recente studio: i giapponesi tra i 16 e i 24 anni non hanno rapporti sessuali.

Giappone: per i giovani il sesso non è più importante
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26 Febbraio 2014 - 22.22


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In Giappone cresce e tocca livelli preoccupanti tra le giovani generazioni il fenomeno del «sekkusu shinai shikogun» o più semplicemente la «sindrome del celibato». Sono le «astinenze pericolose», come recita il titolo del tema principale trattato dal magazine East in un’anticipazione del prossimo numero in edicola il 3 marzo, che vede il 45% delle giovani giapponesi all’apice dell’età riproduttiva, di età compresa tra i 16 e i 24 anni, che «non sono interessate o aborrono i contatti sessuali».

Per lo studioso Nicholas Eberstadt (consulente del National Bureau of Asian Research), «il Giappone è in procinto di subire una trasformazione demografica più radicale di quella in atto in Germania e in altri Paesi nelle stessa condizioni, fra cui l’Italia, l’Ungheria e la Croazia». In una sola generazione, «i trend demografici promettono di trasformare il Giappone in un Paese per certi versi inimmaginabile o comunque radicalmente diverso da quello che conosciamo oggi».

Lo studio è stato condotto nel 2013 dal Jfpa (Associazione giapponese per la pianificazione familiare) e ha rilevato che circa un quarto dei loro coetanei maschi la pensa allo stesso modo. Con un tasso d’immigrazione prossimo allo zero e uno di natalità in picchiata, la popolazione in età lavorativa è «ai livelli più bassi degli ultimi 30 anni».

Non solo: la fascia anziana ha per la prima volta nella storia superato 25% quanto a ultra-65enni contro il 14% degli Usa. Molti gli elementi sotto osservazione: mancano le occasioni per frequentarsi, c’è una quota di «erbivori» (giovanotti nè etero nè omosessuali, ma non interessati al sesso), i siti porno, i fumetti ‘animè e le ‘fidanzatè virtuali online. Poi la stagnazione economica e una fetta sempre minore di giovani in grado di rendersi indipendente. Dei 13 milioni di giapponesi adulti non coniugati e che vivono ancora con i genitori, ben 3 milioni circa hanno più di 35 anni. In più, il matrimonio, senza la certezza di un impiego a vita, «è diventato un campo minato, irto di scelte insoddisfacenti».

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