Il Museo Pitrè di Palermo: viaggio tra storia e tradizioni siciliane
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Il Museo Pitrè di Palermo: viaggio tra storia e tradizioni siciliane

Un museo che sembra far rivivere il passato di un'isola divisa tra credenze, usi e leggende

Il Museo Pitrè di Palermo: viaggio tra storia e tradizioni siciliane
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17 Febbraio 2015 - 17.12


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di Francesca Spanò
@francynefertiti

C’è la cucina in muratura con gli utensili d’epoca che sembrano quasi i servizi da tè delle bambine, tanto sono colorati e romantici. Non manca, poi, la sezione della magia, quella che anche a Palermo ha creato terrore e orrore e un pizzico di soggezione e curiosità. Intorno abiti ancora ben conservati, culle e candele di varie forme e dimensioni. Il Museo etnografico di Pitrè è sempre stato un vero punto di riferimento per scoprire le tradizioni e il passato isolano. Da pochi anni è stato ristrutturato e non tutti i pezzi sono stati subito esposti, ma da decenni è una tappa praticamente obbligata per tutti. Chi abita nel capoluogo della Trinacria, nota che solo pochi decenni fa lo stile di vita era del tutto differente, chi viene da fuori può ritrovare leggende, credenze e peculiarità spesso uniche, altre volte condivise. Gli ex voto ad esempio, creano una certa impressione, perché raccontano soprattutto di patologie superate o di disgrazie avvenute via mare o in città con i cavalli o, ancora, parlano di quanta sofferenza abbiano portato malattie come la tubercolosi.

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MUSEO PITRÉ, UN PASSO INDIETRO: LA STORIA

La sua fondazione risale al 1909 ad opera di Giuseppe Pitrè e si trova in buona parte nella sede all’interno del Parco della Favorita, vicino alla palazzina cinese e il resto a Palazzo Tarallo di Ferla nel quartiere dell’Albergheria a Palermo.

L’obiettivo dell’esposizione è stato chiaro sin da subito. Il fondatore desiderava che ci fosse memoria storica in città, che nulla si perdesse e che ogni oggetto prendesse quasi vita decennio dopo decennio. Il tutto in un ambiente che non avesse nulla di ricostruito, ma fosse il più naturale possibile. Non andò però tutto secondo i suoi piani, perché ben presto fu abbandonato e solo nel 1934 il Comune di Palermo, affidò la sede alla direzione di Giuseppe Cocchiara. Da quel momento, con una grande intuizione, la location principale dell’installazione permanente divenne la dependance della Palazzina Cinese, con lo sfondo del Parco della Favorita.

COSA OSPITA OGGI IL MUSEO

In continuo completamento, conserva attualmente diverse collezioni divise per sezioni per conoscere al meglio anche la minoranza etnico-linguistica albanese presente nella provincia. Molti gli oggetti sacri o di uso simbolico che colpiscono molto i visitatori.

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L’apertura al pubblico è dal lunedì al venerdì, con visita gratuita.

Indirizzo: Viale Duca degli Abruzzi, 1, Palermo

tel . 091 740 9008

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