«Sono il bersaglio di una campagna. Il traditore che merita la gogna. Finora non avevo mai reagito per non peggiorare le cose, ma alla fine ho capito che in realtà le peggioro stando zitto. Perché chi è mosso dal rancore non si ferma, più incassi e più attacca. E io devo proteggere i miei figli da questa guerra. Per questo parlo. Per dire: vi prego, basta con questa guerra che fa solo del male». Così Raoul Bova in un’intervista a ‘Vanity Fair’ in edicola domani 8 aprile 2015, si è rivolto alla suocera, Annamaria Bernardini De Pace, per seppellire l’ascia di guerra. La donna, recentemente, [url”in una lettera aperta”]http://giornaledellospettacolo.globalist.it/Detail_News_Display?ID=73325&typeb=0&11-08-2014–La-lettera-al-vetriolo-dell-ex-suocera-di-Raoul-Bova[/url] lo aveva anche definito «genero degenerato», una cosa che «ha profondamente ferito» l’attore, separato da Chiara Giordano nel 2013 dopo 13 anni di matrimonio e due figli.
«Basta leggere i giornali, i nomi di chi firma gli articoli, e quelli degli editori. La lettera aperta al ‘genero degeneratò – ha spiegato Raoul Bova – mi ha profondamente ferito. Ma pazienza per me. Il problema è che tutta questa situazione fa star male i miei figli, i suoi nipoti. Come deve sentirsi, un ragazzino, nel leggere che il suo papà è un traditore superficiale, che non si è fatto nessuno scrupolo a scaricare la mamma per una ventenne? Le cose non sono andate per niente così, ma lui come fa a capirlo?» ha concluso.