Brutte notizie: "L'apparecchio si deve portare tutta la vita", lo dicono i dentisti
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Brutte notizie: "L'apparecchio si deve portare tutta la vita", lo dicono i dentisti

Perché se non si indossano apparecchi di mantenimento, i denti torneranno storti e tutto il duro lavoro fatto andrà per la maggior parte perduto

Apparecchio ai denti
Apparecchio ai denti
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8 Ottobre 2017 - 15.19


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Secondo la British Orthodontic Society: il nemico fra i più temibili dei teenager andrebbe portato infatti per tutta la vita, almeno di notte scegliendone uno mobile, per evitare che i denti riacquisiscano la loro posizione sbagliata iniziale.

E per convincere grandi e piccini gli esperti hanno addirittura lanciato una campagna che evidenzia la triste realtà: dopo 10 anni, il 70% delle persone che hanno portato un apparecchio fisso deve ricorrere a un nuovo trattamento ortodontico. La campagna ‘Hold That Smile’ è sostenuta anche dalla British Dental Association and the Faculty of Dental Practice (Fgcp) Uk.

“Se non si indossano apparecchi di mantenimento, i denti torneranno storti e tutto il duro lavoro fatto andrà per la maggior parte perduto – avverte Simon Littlewood, consulente ortodontista presso l’Ospedale di St. Luke a Bradford e portavoce della campagna – In passato si pensava che una volta raggiunta una certa età i denti si sarebbero stabilizzati. Ora sappiamo che non è vero e che potenzialmente i denti continuano a muoversi per tutta la vita: è quasi un fenomeno di invecchiamento normale”

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Ogni anno, in Gran Bretagna, circa 200.000 persone indossano un apparecchio rimovibile o fisso e alla maggior parte viene raccomandato di usare una maschera rimovibile di notte, alla fine del trattamento. Tuttavia molte persone non seguono questo consiglio, vanificando gli sforzi fatti. Mick Horton, direttore del Fgcp Uk, conclude: “Non ci sono informazioni solide per i pazienti e la nuova campagna è mirata proprio a colmare questa lacuna”.

Nessuna ‘condanna’ a portare apparecchio ortodontico a vita per avere un sorriso perfetto. “Se la terapia è stata corretta, basata su un’accurata diagnosi, e se sono state rimosse le cause del malposizionamento e della disfunzione, non c’è ragione perché il risultato ottenuto con l’apparecchio non debba mantenersi per sempre. Ovviamente, come in tutti settori della medicina, servono controlli periodici che permettano, in caso di problemi, di intervenire in tempo per non perdere i risultati ottenuti”. Raoul D’Alessio, autore della voce ortognatodonzia dell’Enciclopedia Treccani e tra i maggiori esperti di ‘bellezza del sorriso’, ridimensiona l’indicazione dei colleghi inglesi.

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“La contenzione – spiega l’esperto all’AdnKronos Salute – è solo l’ultima fase di una terapia. Prima è necessario un attento studio delle caratteristiche del paziente dal punto di vista scheletrico, morfologico strutturale e anche estetico”. Non a caso il Sindacato unitario specialitità ortognatodonzia (Suso) sottolinea la necessità che questa disciplina, ricorda D’Alessio che è anche coordinatore dei presidenti provinciali della Suso, “venga trattata da odontoiatri specializzati. Si tratta infatti di una terapia specialistica, di cui l’apparecchio è solo una parte. Si interviene sulle problematiche dentali, muscolari, scheletriche e strutturali in modo da creare la giusta armonia, funzione ed estetica. E una volta concluso l’iter terapeutico, con tempi diversi da persona a persona, si arriva a un risultato stabile nel tempo”.

Non si può negare però che “la recidiva, intesa come perdita dei risultati ottenuti, è il primo nemico del paziente e dell’odontoiatra”, ammette l’esperto. “Per questo è importate raggiungere non solo un buon allineamento dei denti e una buona masticazione, ma anche una buona occlusione delle arcate dentali. E ancora una volta la figura dello specialista è una garanzia del risultato. Importante poi che il paziente sia ben informato all’inizio della terapia e che lo specialista si accerti che abbia ben compreso le possibilità offerte dal percorso terapeutico e anche i suoi limiti”, aggiunge D’Alessio ricordando l’importanza del monitoraggio dei risultati ottenuti.

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“I controlli periodici sono importanti per valutare eventuali cambiamenti nell’assetto della bocca – precisa – Un piccolo trucco pratico, che non ha l’ambizione di essere scientifico, è quello di provare a mettere ogni 6 mesi l’apparecchio di mantenimento e vedere se ‘calza’. Se si sente qualche differenza, meglio farsi controllare dallo specialista. Potrebbero esserci modifiche legate a fattori diversi: traumi, invecchiamento, posture sbagliate, posizioni viziate, o altro ancora”

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